Meloni nell’Abruzzo delle meraviglie. Per difendere i disastri sovranisti. La leader FdI esalta il buon governo di Marsilio. Ma sorvola sui tagli e i buchi milionari nella Sanità

Fiera del lavoro fatto in Abruzzo. Sottotitolo: Giorgia Meloni nel paese delle meraviglie. La leader di FdI esalta, all’Aquila, i ‘risultati del buon governo’ del governatore Marco Marsilio. “In più di un anno ha dimostrato che le cose possono cambiare – assicura la presidente di Fratelli d’Italia -. Sulle infrastrutture abbiamo fatto un lavoro assolutamente prezioso”. Sovranismo sognante per l’Abruzzo. Dove, se i sindaci scendono in piazza per bloccare i pedaggi, è solo merito di Fdi se poi non aumentano. Miopia sovranista anche per il corridoio Barcellona-Ploce, ancorato all’autorità di Ancona, per 800mila euro da investire su molo e banchine al porto di Ortona (Chieti).

Briciole rispetto alle opportunità che si aprirebbero con il passaggio all’autorità portuale di Civitavecchia, spiegano dal Movimento 5 stelle. “A me sta bene che c’inseguano”, esclama Marsilio sulla terza corsia dell’A14, annunciando che presto aprirà il cantiere per l’aeroporto intercontinentale a Pescara. Tutto merito suo, ma l’alta velocità diventa priorità nazionale grazie all’ammodernamento e alla velocizzazione della linea ferroviaria Roma-Pescara (700milioni di euro) decisa da quello stesso governo nazionale che attacca aspramente. “Marsilio ha dimenticato L’Aquila favorendo solo Pescara”, si leva una voce in platea sotto la canicola. Impietose le rilevazioni dell’Agenzia per la Coesione territoriale sui programmi regionali 2014-2020 aggiornati al 30 giugno: l’Abruzzo in coda, non spende i fondi europei

La tanto celebrata legge Cura Abruzzo non ha copertura economica e viene impugnata. Le ‘foto emozionali’ delle Maldive lasciano il posto, per la promozione turistica della Regione, alla milionaria spesa per il ritiro del Napoli calcio a Castel di Sangro (L’Aquila). I tagli per 78 milioni di euro alla sanità limitano servizi e cure, ma non riducono le campagne di sensibilizzazione: una da 48 mila euro affidata alla società che seguì la campagna elettorale del governatore. Al buco da 11 milioni della Asl Pescara si aggiunge un’altra poltrona da 100mila euro per un dirigente mentre langue il personale in corsia. Sui provvedimenti Covid19 un’altra cantonata arriva dal Collegio regionale per le garanzie statutarie che sulla programmazione sanitaria ricorda a Marsilio che la competenza è esclusiva del Consiglio regionale non della giunta.

Si dà il via al poltronificio con la nomina in Commissione adozioni internazionali di Caterina Longo, moglie dell’assessore Piero Fioretti, poi con Paolo Gatti come componente, superfluo, alla Corte dei conti e altri. Imbarazzo per l’assessore regionale Guido Liris che per l’emergenza torna in ospedale, in forza al direttivo Asl dell’Aquila, ben retribuito. Il regalone alla sanità privata arriva l’8 aprile col trasferimento di prestazioni prima gestite negli ospedali pubblici. Meloni attacca il decreto Rilancio del Governo Conte, ma i record di Regione Abruzzo del lockdown restano gli unici impressi negli abruzzesi storditi dalla valanga di ordinanze, contraddittorie, con cui in due mesi il governatore ha regolato l’impossibile.

Resterà negli annali l’ordinanza sugli sport di squadra che vieta la marcatura a uomo e le scivolate. I ritardi di Marsilio per la Cassa integrazione in deroga lasciano per due mesi, senza aiuti, 54mila lavoratori. Seguono quelli su test e tamponi, sui bandi e il sociale, sulla nomina del garante per l’infanzia. Sotto mentite spoglie risorgono i vitalizi che come assegni d’indennità differita, in caso di secondo mandato del consigliere, spettano a già 60anni. Ma la Meloni non ha dubbi: è il buon governo sovranista, bellezza!