“Così Meloni & C. delegittimano la magistratura”. Parla l’eurodeputato Giarrusso: gravi accuse ad un potere dello Stato

“Meloni & C. delegittimano la magistratura”. Parla l’eurodeputato Giarrusso: gravi accuse ad un potere dello Stato

“Così Meloni & C. delegittimano la magistratura”. Parla l’eurodeputato Giarrusso: gravi accuse ad un potere dello Stato

Prima l’indagine su Santanché, poi quella su Delmastro Delle Vedove per il quale è stata chiesta l’imputazione coatta. Dino Giarrusso, eurodeputato, che succede?
“Partiamo dalla strana nota che è stata fatta filtrare in cui fonti vicine al governo sostengono che la magistratura ‘fa campagna elettorale’. Sono parole imbarazzanti perché quando c’è un problema che riguarda un politico, si prova a buttarla in caciara. In un Paese normale quando ci sono delle accuse, ci si difende dalle stesse, e carte alla mano si dimostra che sono infondate. Nel caso della Santanché non parliamo neanche di accuse ma di rivelazioni contenute in un servizio giornalistico. Non sono vere le cose che dice Report? Perché la Santanché non lo ha dimostrato? Non mi pare di aver visto carte riguardanti la cassa integrazione, i contributi versati o gli arretrati da versare. Anzi faccio notare che su quest’ultimo punto ha detto che ‘alcuni avranno’ gli arretrati, devo dedurne che finora non li ha pagati? Poi ha parlato delle multe di un’auto, secondo lei, data in comodato d’uso ai Carabinieri. Ma dov’è il contratto? Così sono solo chiacchiere. Al di là del singolo caso, il problema è il solito: quando ci sono problemi giudiziari c’è chi se la prende con le ‘toghe rosse’ come ho letto su alcuni quotidiani nazionali. A ben vedere questo è soltanto un modo per eludere le domande e per non spiegare agli italiani cosa succede. Mi creda, tutto ciò è avvilente”.

Il ministero ha affermato che urge la riforma dell’avviso di garanzia, poi fonti interne allo stesso dicastero hanno definito “irragionevole” l’imputazione coatta di Delmastro…
“C’è un dato politico in queste reazioni ovvero il tentativo di intimidire la magistratura, delegittimandola. Ricordo che la magistratura è un potere indipendente dello Stato, e in quanto tale affermare che i suoi appartenenti ‘fanno campagna elettorale’, è estremamente grave perché si sta accusando un potere dello Stato di tradire il suo ruolo istituzionale. Al contempo questa frase è anche un’intimidazione a pm e giudici perché magari in futuro un magistrato che ha per le mani un dossier che riguarda un politico, potrebbe trattarlo con i guanti rispetto a un medesimo procedimento nei confronti di un comune cittadino”.

Per Tajani i magistrati stanno reagendo alla riforma Nordio a loro sgradita. Altri parlamentari mettono in luce la vicinanza con le europee. Cosa c’è di vero?
“Saranno trent’anni che si parla di persecuzione della magistratura. Lo abbiamo visto anche con Berlusconi e Renzi perché la scuola è sempre quella. La realtà è che si continua a non rispondere nel merito e a controbattere con folli accuse un potere dello Stato. Quando delegittimi la magistratura, stai facendo un danno alla democrazia italiana perché stai dicendo che la nostra non è una democrazia compiuta. Guardi è un giochetto puerile e che ha stancato”.

Poco fa ha parlato di intimidazioni da parte del Governo. Ma Meloni non aveva promesso che avrebbe evitato lo scontro con le toghe?
“Ricorda bene. La Meloni aveva promesso che non ci sarebbe stato l’ennesimo scontro tra Governo e magistratura, lo stesso che purtroppo invece si sta alimentando. Ma sottolineo anche che in passato, c’è un video a dimostrarlo, diceva “quando c’è ‘una sentenza passata in giudicato ti devi dimettere e andare in galera”. Ebbene voglio far notare che una componente di questa maggioranza, l’onorevole Montaruli, ha una condanna definitiva ma non si è dimessa ed è stata addirittura premiata con la vicepresidenza della Vigilanza Rai. Tra l’altro la premier in passato ha chiesto dimissioni di numerosi avversari politici ben prima d’una sentenza passata in giudicato. Ma come funziona? Quando una vicenda riguarda gli avversari politici allora basta un’indagine per chiedere le dimissioni e quando riguarda i propri colleghi di governo bisogna aspettare la condanna definitiva e comunque è colpa delle “toghe rosse”? È un ragionamento che non funziona e che continua a dividere il Paese”.