La metamorfosi di Giorgia. Da putiniana a guerrafondaia. Nel 2014 la futura premier sbraitava contro le sanzioni a Mosca e Kiev nell’Ue. Oggi dice il contrario

meloni e la metamorfosi da putiniana a guerrafondaia. Nel 2014 sbraitava contro le sanzioni a Mosca e Kiev nell’Ue. Oggi dice il contrario

La metamorfosi di Giorgia. Da putiniana a guerrafondaia. Nel 2014  la futura premier sbraitava contro le sanzioni a Mosca e Kiev nell’Ue. Oggi dice il contrario

Sarà bastato un viaggio in Ucraina a fare cambiare idea alla premier Giorgia Meloni sulla guerra in Ucraina e sui rapporti con la Russia? Nell’ottobre del 2014, l’allora onorevole semplice parlava in Aula della Camera dei deputati denunciando le sanzioni a Mosca. “Italia, stai serena” era lo slogan di Matteo Renzi che non faceva dormire sonni tranquilli alla Meloni proprio per le sanzioni imposte alla Russia.

“Giorgia, stai serena”, la guerra in Ucraina è stata già condannata, le mire espansionistiche di Putin erano già chiare. Nel 2014 la Meloni era preoccupata per il business italiano e per gli equilibri geopolitici. Dunque, chiedeva apertamente in aula e in qualsiasi altro luogo di non “bisticciare” con Vladimir Putin. La storia è andata avanti per diversi anni. Nel 2015 su Twitter e Facebook tornava a chiedere “un sussulto di dignità”.

Meloni alla moviola

E rivolgendosi all’allora presidente del Consiglio Renzi proponeva di non confermare le misure. Nel 2017, cambia il governo e il premier diventa Paolo Gentiloni ma la Meloni con una citazione cinematografica torna all’attacco. “Gentiloni è peggio di Tafazzi”, personaggio comico di Giacomo Poretti con la caratteristica di prendersi a bottigliate.

Nel 2021 alla Garbatella, quartiere dell’associazione che Meloni ha presieduto da giovane, venne organizzato addirittura un flashmob davanti all’ambasciata russa. Il movimento si schierava dichiaratamente con il popolo russo e contro gli Stati Uniti e l’Europa. Poi, nel 2022 prima dell’invasione della Russia in Ucraina la Meloni evidenziava come fosse fondamentale rimanere in buoni rapporti con Putin: “Serve una pace secolare con la Russia ma mi sembra che Biden usi la politica estera per coprire i problemi che ha in patria”.

Improvvisamente, ecco assistere alla metamorfosi della premier Meloni che ieri si presenta davanti alle telecamere elegante e con i capelli raccolti ma soprattutto con una voce preoccupata, a un anno dall’inizio dell’invasione. “Un anno fa la Federazione russa ha scioccato il mondo invadendo l’Ucraina – dichiara la Meloni anche un tantino sorpresa -. La Russia aveva già compiuto in passato aggressioni nei confronti dei propri vicini. Non aveva mai spento le rivendicazioni su quelli che chiama i suoi confini storici. Ma nessuno avrebbe potuto immaginare un atto così grave. Ci eravamo illusi. L’obiettivo di Putin era far capitolare l’Ucraina per poi rivolgere le sue mire espansionistiche agli altri Stati confinanti, non solamente europei”.

Trasformazione completa

La metamorfosi, però, non è conclusa perché ecco calarsi pure nei panni di un personaggio biblico. Come Tommaso che dovette toccare con le proprie mani e vedere con i propri occhi per credere, cosi “Santa Giorgia” dopo il viaggio in Ucraina si è redenta. “A Bucha e Irpin l’ho visto con i miei occhi e non lo dimenticherò. L’Ucraina non è e non sarà sola perché sta difendendo anche i valori di libertà e democrazia su cui nasce l’identità europea e le fondamenta stesse del diritto internazionale, senza il quale varrebbe solo la forza militare e ogni stato del mondo rischierebbe di essere invaso dal proprio vicino. Non possiamo consentirlo ed è nostro dovere lavorare per arrivare a una pace giusta. Il mondo libero è debitore nei confronti delle donne e degli uomini ucraini. L’Italia è dalla loro parte”.

In molti potrebbero gridare al miracolo o qualche “fattura” fatta dall’opposizione ma probabilmente sarà stato l’effetto in ritardo del vaccino di Sputnik che tanto difendeva.