Le Lettere

Meloni e l’arte adulatoria

Leggo tante analisi, ma c’è una cosa che non riesco ancora a capire: perché la Meloni prende tanti voti?
Luca Taddei
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Gentile lettore, glielo spiego in modo semplice: perché è sostenuta da quasi tutti i giornali e da tutte le reti televisive, Rai, Mediaset, La7. Guardi per esempio come il Corriere della sera del 13 giugno la presenta al G7: alla stregua di una grande leader. Il titolo dell’articolo: “La tela diplomatica di Meloni. Da Gaza agli aiuti a Zelensky”. E già, come vede, c’è una sorta di pubblicità subliminale: il titolo mira a convogliare l’idea che siamo di fronte a una vera statista, capace di tessere tele diplomatiche e influire (figuriamoci) sulle sorti del mondo. Sente il rullo di tamburi? Poi c’è l’incipit dell’articolo che, usando uno stereotipo del giornalismo adulatorio e cortigiano, la presenta come una gran dama. Note di violino: “Perché il ‘suo’ G7 sia ricordato come un evento storico, Giorgia Meloni ha scelto personalmente anche i fiori”. La prima parte della frase ribadisce la luce della grande statista (“evento storico”, “il suo G7”); ma ecco che la seconda emana l’idea di “grandezza” personale: “Ha scelto personalmente i fiori”. Dunque, un animo raffinato, una nobildonna adusa a castelli e giardini, una dama forbita, di aristocratici gusti, di grandi vedute, di dotta conoscenza del bello, che al tramonto legge Petrarca. Poi uno la sente parlare in tv e si chiede: ma da dove esce questa signora popolana dall’accento così poco colto? Ecco, questo è il giornalismo in Italia: uno strumento di propaganda che non ha nulla a che vedere con la realtà che finge di raccontare.

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