“Fiasco totale della Meloni Italia condannata all’irrilevanza”. Parla la capodelegazione 5S al Parlamento Ue, Beghin “Rischiamo la retrocessione nell’Europa di serie B”

Meloni fa fiasco in euroa e condanna l'Italia all’irrilevanza. Parla la capodelegazione 5S al Parlamento Ue, Beghin

“Fiasco totale della Meloni Italia condannata all’irrilevanza”. Parla la capodelegazione 5S al Parlamento Ue, Beghin “Rischiamo la retrocessione nell’Europa di serie B”

Si è concluso il Consiglio europeo straordinario dove a trionfare è stata la linea franco-tedesca, a lungo osteggiata dal governo italiano. Eppure la Meloni al termine del summit ha detto di essere soddisfatta per i risultati raggiunti, in particolare sui migranti ha sostenuto che questo è il primo vertice che ha definito l’immigrazione come “un problema europeo”. Tiziana Beghin, capodelegazione M5S al Parlamento europeo, secondo lei è davvero così?

“Ho seguito la conferenza stampa della Presidente Meloni e sono rimasta davvero colpita dalla distanza siderale fra la realtà e la sua percezione dei fatti. Il caso più evidente è quello sull’immigrazione. Non è affatto vero, come dice la Meloni, che per la prima volta le conclusioni di un Consiglio europeo sostengono che la migrazione è un problema europeo. Basta leggere le conclusioni del primo Consiglio europeo di Giuseppe Conte, quello del giugno 2018, per vedere che sul tema migranti e rotta mediterranea c’erano ben 12 paragrafi. Sappiamo bene quanto sia difficile trovare un accordo nel ‘condominio’ europeo e per questa ragione avremmo preferito più responsabilità e meno propaganda da parte della Presidente del Consiglio”.

Cosa ha ottenuto in concreto?

“La Meloni ha ottenuto zero dall’Ue, è stato un fiasco totale. Ha rivendicato come un successo il rafforzamento della dimensione esterna, quando invece all’Italia serve il superamento del regolamento di Dublino e del principio di obbligare i richiedenti asilo a presentare domanda solo nel Paese di primo approdo. Se davvero vuole fare l’interesse italiano in Europa bussi alla porta dei suoi amici sovranisti e li convinca a dire sì al ricollocamento obbligatorio e automatico dei migranti sbarcati sulle nostre coste o salvati in mare. Solo così alleggeriremo i nostri centri. Serve un’Europa della solidarietà e non delle chiacchiere”.

Prima il trilaterale a Parigi in cui è stata esclusa Giorgia Meloni, poi il bilaterale a Bruxelles con Volodymyr Zelensky che salta all’ultimo momento. Come si spiega che la premier italiana è stata sbolognata da tutti?

“Guardi, io tifo per l’Italia e per questa ragione sono davvero preoccupata. In pochi anni siamo passati dal successo del Next Generation EU ottenuto da Giuseppe Conte a Bruxelles al far comunella con i sovranisti del Gruppo di Visegrád. Poiché nei prossimi mesi verranno prese decisioni che avranno delle ricadute per i prossimi decenni, come la riforma del Patto di Stabilità o la risposta europea ai sussidi americani IRA, io temo che il vicolo cieco in cui s’è cacciata la Meloni abbia ripercussioni pesanti sul sistema Paese. Dobbiamo impedirlo”.

In assenza di sponde nell’Europa che conta, la Meloni è tornata a strizzare l’occhio ai Paesi del patto di Visegrad. Ci dica la verità, con le destre al potere siamo già retrocessi nella serie B d’Europa?

“È quello che temiamo, un’Italia che fa battaglie di retroguardia e che gioca sulla difensiva. Le faccio un esempio”.

Prego

“A causa anche della guerra in Ucraina, che ha accelerato l’indipendenza dal gas russo, siamo entrati ufficialmente nell’era della rivoluzione verde. Tutti i settori produttivi verranno interessati: edilizia, trasporti, energia, nasceranno molti lavori e altri verranno sostituiti dalle macchine. L’Italia è il secondo Paese manifatturiero d’Europa e non può subire questo processo, deve cavalcarlo altrimenti domani le pmi italiane che oggi vendono componenti alle case automobilistiche tedesche cosa faranno? Vanno sostenute nella riconversione industriale perché le auto del futuro non saranno a benzina ma elettriche e serviranno componenti diversi rispetto a quelli fabbricati oggi. Il sovranismo rischia di farci perdere il treno del futuro”.

Intanto dal Parlamento europeo è arrivato il primo via libera alla direttiva sulle case Green. Un provvedimento gradito al Movimento 5 Stelle ma che è stato osteggiato ferocemente dalle destre italiane che lo hanno definito una patrimoniale mascherata. Come stanno davvero le cose?

“Sulla direttiva sull’efficientamento energetico sono state dette tante fake news. L’ultima è di Salvini che parla di patrimoniale, ma lui non ha nemmeno letto il testo: non sa di cosa parla. Al contrario, vengono individuate fonti di finanziamento pubbliche e private a sostegno della ristrutturazione delle case degli italiani. A livello UE verranno messi a disposizione i fondi di coesione, il Piano per la Ripresa e la Resilienza e il Fondo sociale per il clima. La direttiva prevede anche un ruolo centrale degli istituti finanziari e creditizi in questo processo e ipotizza persino la nascita di mutui ipotecari verdi e prestiti al dettaglio verdi, che dovrebbero avere condizioni agevolate per i cittadini. Oggi i tassi per ristrutturare casa sono molto più alti rispetto a quelli per l’acquisto della prima casa. L’idea è di fornire garanzie statali agli istituti finanziari così da aiutare i cittadini a ottenere prestiti e migliorare il rendimento energetico dei loro edifici. Il ritorno nell’investimento verrà ripagato con i risparmi dalle bollette energetiche e compensate dall’aumento del valore dell’immobile ristrutturato”.

Alla luce di questa direttiva non le sembra paradossale che in Italia il governo Meloni abbia smantellato il Superbonus?

“Sì perché per una volta eravamo stati noi pionieri in Europa. Il successo di questa misura, che coniuga rilancio economico e salvaguardia ambientale, è stato colpevolmente ignorato dal governo. Io temo che abbia vinto la linea Draghi-Giorgetti che per ragioni di bilancio hanno fatto di tutto per renderlo inefficace. Il governo attuale ha sposato la linea dell’austerity e questo ci riporterà fanalino di coda nella crescita europea dopo l’ottima fase post-pandemia. Come Movimento 5 Stelle stiamo lavorando per superare le difficoltà con cui deve fare i conti il finanziamento del Superbonus in seguito alle modifiche del governo Meloni. La provincia di Treviso e la Regione Sardegna stanno già acquistando crediti fiscali e noi stiamo presentando proposte di legge per un Superbonus regionale in tutti i consigli regionali”.