Ma Putin e Trump non erano amiconi? Ora i giornali dicono che Putin, “dopo gli schiaffi” ricevuti, “si inchina al tycoon”. Mi sa che è un’altra manipolazione delle notizie.
Adele Cimbri
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Gentile lettrice, la sua sensazione è fondata: siamo di fronte alle solite distorsioni della verità ad opera della nostra stampa, la quale costruisce un fatto inesistente e su quello innesca una narrativa che vieppiù si allontana da ogni parvenza di realtà. Sabato scorso, basandomi sul testo letterale di una frase di Trump e di un suo post sui social, scrissi che Trump non aveva profferito né minacce né ultimatum – come invece scriveva gran parte della stampa – ma al contrario era stato alquanto amichevole verso la Russia. Poche ore più tardi Putin per l’appunto lodava la linea “intelligente e pragmatica” di Trump auspicando al più presto un confronto bilaterale. Per inciso, dal negoziato sull’Ucraina l’Italia sarà esclusa, così come tutta la Ue, perché Roma è responsabile “di una feroce campagna russofoba” e “della crisi più profonda delle relazioni russo-italiane dalla fine della seconda guerra mondiale”, come spiega il ministro degli Esteri Lavrov, chiedendosi “quando Roma si sveglierà e si renderà conto dell’enorme danno economico, sociale e reputazionale che la linea sconsiderata dell’Occidente collettivo sta causando nel tentativo di infliggere alla Russia una sconfitta strategica”. In parole povere: le troppe acrobazie “alla Meloni” – prima estimatrice di Putin, poi amica di Biden e ora, oplà!, amica di Trump che è amico di Putin – alla fine si pagano. Qualche volta l’acrobata cade e si rompe una gamba.