Meloni, Salvini e Bossi hanno violato il silenzio elettorale?

La prima giornata dell'election day 2024 è stata ricca di episodi in cui si è palesemente violato il silenzio elettorale.

Meloni, Salvini e Bossi hanno violato il silenzio elettorale?

Matteo Salvini che fa campagna elettorale per la Lega on line, Giorgia Meloni che pubblica video e parla ai seggi, Umberto Bossi che fa sapere a urne aperte che non voterà più per il partito che ha fondato. La prima giornata dell’election day 2024 è stata ricca di episodi in cui si è palesemente violato il silenzio elettorale.

La prima giornata dell’election day 2024 è stata ricca di episodi in cui si è palesemente violato il silenzio elettorale

“Nel giorno precedente ed in quelli stabiliti per le elezioni – recita il dettato normativo in vigore dal 1956- sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda”

Inoltre, recita l’art. 1 della stessa legge, “nei giorni destinati alla votazione è vietata ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali”, viceversa “è consentita la nuova affissione di giornali quotidiani o periodici nelle bacheche” . La successiva legge numero 515 del 1993 poi ha eliminato la possibilità di sanzionare penalmente anche con il carcere le violazioni del silenzio elettorale, prevendo una sanzione amministrativa attualmente da un minimo di 103 a un massimo di 1.032 euro di ammenda.

Il presidente dell’Agcom Lasorella: “Resta di competenza delle Prefetture”

“La materia – sottolinea oggi su Repubblica il presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella resta di competenza delle Prefetture, dunque del ministero dell’Interno. Sono convinto che il Parlamento guarderà anche a questo caso. L’augurio, più in generale, è che maggioranza e opposizione si siedano al tavolo per scrivere una nuova legge, equa e condivisa Da tempo segnaliamo al Parlamento l’urgenza di varare nuove regole: l’ultima volta, dopo le politiche del 2022. Troppe cose sono cambiate.In Italia non ci sono più due grandi schieramenti che si combattono. Oggi, soprattutto alle Europee, assistiamo semmai a una sfida di tutti contro tutti, in una logica proporzionale”.

Così come nell’editoria è finito il duopolio tv e il mercato dell’informazione politica è sbarcato sui social. “Per fortuna – afferma il Garante Agcom Lasorella- tanti editori si contendono l’attenzione degli italiani puntando soprattutto su programmi che miscelano informazione e intrattenimento. E le vecchie tribune elettorali che la legge considera oggi sono abbastanza marginali, come impatto e ascolti. Mentre sono infinitamente più influenti i social”.