Meloni pronta al sorpasso su Salvini. Il Financial Times lo dà per fatto

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Meloni pronta al sorpasso su Salvini. Il Financial Times lo dà per fatto

Giorgia Meloni “astro nascente pronta a superare Salvini”, questa la definizione usata dal principale giornale economico-finanziario del Regno Unito, il Financial Time, per descrivere la leader dell’opposizione anche in rapporto al suo “alleato” di coalizione – ma non di governo – Matteo Salvini.

Meloni pronta al sorpasso su Salvini

Ed è proprio dalla constatazione che la decisione della presidente di Fratelli d’Italia di non far parte dell’esecutivo “con tutti dentro” rispetto alla decisione della Lega “di fare un’inversione a U e abbracciare il governo Draghi” ha fatto in modo che potesse intercettare e capitalizzare quella parte di elettorato di destra non entusiasta delle larghe intese e delle decisioni del governo (vedi coprifuoco e altre restrizioni) che la testata britannica profetizza il sorpasso di FdI sulla Lega “come più grande partito della destra italiana”.

Profezia in realtà corroborata anche dalla lenta ma inesorabile ascesa di FdI nei sondaggi, che vede sì ancora il Carroccio primo partito al 21,9% – in ogni caso ben lontano dai risultati delle ultime europee – ma con il fiato sul collo della Meloni al 18,9%. Per uscire dal cul de sac il leader della Lega anche ieri ha provato l’ennesimo colpo di mano a cui ci ha abituato con la sua strategia ‘di lotta e di governo’: dal salotto di a Porta a Porta su Rai Uno ha annunciato l’intenzione di raccogliere con i Radicali “Le 500mila firme necessarie per una serie di quesiti sulla giustizia, sulla responsabilità penale dei giudici, sulla separazione delle carriere e sull’abolizione della Severino” motivandolo col fatto che “Questo Parlamento con Pd e 5Stelle non farà mai una riforma della giustizia”.

Non solo, è pure tornato alla carica sul coprifuoco alle 22, tema che sta spaccando la maggioranza di governo. “La settimana prossima gli esponenti della Lega chiederanno in Cdm il ritorno alla vita e alla libertà. Quindi al lavoro dentro e fuori, al chiuso e all’aperto, di mattina e di sera, e la cancellazione del coprifuoco”. E poi c’è lo spinosissimo tema delle amministrative d’autunno, con il centrodestra che non ha un nome condiviso né a Roma né a Milano, dopo che anche nel capoluogo lombardo il possibile candidato, Gabriele Albertini, ha dato forfait.

Il Financial Times lo dà per fatto

“Per motivi familiari”, la motivazione ufficiale, ma ovviamente non è così: mentre Silvio Berlusconi aveva dato il suo assenso, non c’è stato l’ok di Fratelli d’Italia che punta ad un accordo complessivo della coalizione in tutte le città al voto. Compresa la Capitale, dove la Meloni, in virtù del radicamento del suo partito nella “sua” città, vuole scegliere il candidato al Campidoglio. Che non è, come nei desiderata di Lega e FI Guido Bertolaso, che peraltro da mesi dichiara la sua indisponibilità. Ma questo non è bastato a Salvini dal desistere, più per fare un dispetto all’alleata che per un reale interesse.

E ieri le ha esplicitamente dato la colpa dello stallo: “Mi rammarica che mentre qualcuno lavora per le soluzioni e per l’unità del centrodestra, qualcun altro disfa. Se tu mi dici no a Bertolaso, io non da segretario della Lega ma da cittadino romano o da elettore del centrodestra mi aspetto che tu mi dica ‘no Bertolaso perché mi sta antipatico, vorrei X. Non puoi dire no a questo o a quest’altro”. Accuse che FdI respinge al mittente: “Salvini avrà certamente i suoi buoni motivi, non accuso nessuno, ma non si può continuare a parlare attraverso i media – replica Ignazio La Russa – Nulla è ancora perduto, l’unico modo per scegliere Albertini o altri è la riunione della coalizione, che spetta a Salvini convocare come leader del partito più grande. Sono due mesi che noi diciamo di convocare questo tavolo”.