Meloni scivola sui social per ringraziare Bin Salman. La premier invita il saudita a cooperare su Sicurezza e diritti umani

Meloni scivola sui social per ringraziare Bin Salman. La premier invita il saudita a cooperare su Sicurezza e diritti umani

Come sempre accade a seguito di un’elezione politica, i potenti di turno inviano le proprie congratulazioni al nuovo Presidente del Consiglio che a sua volta risponde in modo amichevole. Insomma si tratta di una prassi consolidata che si è ripetuta anche questa volta con gli auguri a Giorgia Meloni giunti dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, golpista nonché noto per non aver collaborato granché con l’Italia sui casi di Giulio Regeni e di Patrick Zaki, e dal principe saudita Mohammed bin Salman, ritenuto dall’Onu la mente dietro l’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi.

Ad entrambi, com’è normale che sia, Giorgia ha risposto ringraziando. Ma poi forse si è fatta prendere un po’ troppo la mano invitandoli a cooperare su sicurezza e, udite udite, diritti umani. “Grazie a @KingSalman e Sua Altezza Reale il Principe ereditario Mohammed bin Salman. L’Italia è fortemente interessata alla stabilità in Medio Oriente e all’ulteriore cooperazione in materia di sicurezza energetica, investimenti e diritti umani” ha scritto la premier che poi si è ripetuta con al-Sisi.

Il vecchio post di Meloni

Intendiamoci, si tratta di convenevoli ma ciò non toglie che si poteva evitare di citare i diritti umani con due leader che, secondo l’Onu, li violano sistematicamente. Questo perché appare chiaro come si tratti di Paesi autoritari che quando stuzzicati su simili questioni, puntualmente fanno orecchie da mercante. Tra l’altro sembra plausibile parlare di uno scivolone social perché fino a qualche tempo fa sui social la Meloni la pensava molto diversamente e non lesinava critiche ai due regimi, in particolare a quello saudita. Il 31 gennaio 2021, su Facebook, scriveva: “Le parole di Matteo Renzi che esaltano il regime dell’Arabia Saudita sono vergognose e inaccettabili. È uno Stato fondamentalista islamico che applica alla lettera la sharia nel quale le donne non sono libere e i loro diritti costantemente lesi”.

Poi aggiungeva che a Riad “si può essere condannati a morte anche per apostasia (rinuncia alla religione islamica), adulterio, omosessualità” ed “è permessa l’ignobile pratica delle spose bambine”. Un regime, conclude Meloni, che “diffonde in modo sistematico e voluto teorie fondamentaliste” che “creano l’humus nel quale prospera il terrorismo”.