La definizione più calzante dell’iniziativa di Giorgia Meloni, volata a Tirana per visitare i centri per migranti di Gjader e di Shengjin, previsti dal protocollo di collaborazione Italia-Albania, l’ha fornita Riccardo Magi.
“Oggi qua si inaugura un enorme hotspot elettorale di Meloni”, ha affermato il segretario di +Europa, presente a Shengjin e protagonista di un acceso botta e risposta con la premier.
“La questione preliminare da comprendere è se c’è una visita istituzionale o un’iniziativa elettorale. Nel primo caso – ha notato Magi – ovviamente come parlamentare intendo esercitare i poteri ispettivi su questa struttura che ricade sotto la giurisdizione italiana. Quindi capire oggi che cappello ha Meloni, se quello della presidente del Consiglio o quello della candidata alle europee”.
Il botta e risposta di Meloni con Magi
“See, poveri cristi…”, ha replicato Meloni a Magi che, dopo essere strattonato dalla sicurezza albanese mentre protestava, le ha detto: “Se a un parlamentare succede questo con le telecamere, potete immaginare cosa accadrà a questi poveri cristi che saranno chiusi qua dentro”.
Il patto con Tirana, dice Magi assieme agli altri partiti di opposizione, ci costerà circa un miliardo di euro. Il complesso dei due centri migranti in Albania sarà in funzione dal primo agosto, annuncia Meloni.
“Noi partiamo per ora da più di mille posti che arriveranno ai tremila previsti dal protocollo”, ha osservato. La premier “ridimensiona” i costi: 670 milioni di euro per cinque anni, 134 milioni di euro l’anno. “Nessun costo aggiuntivo, stiamo facendo un investimento. Con le due strutture in pieno regime risparmieremo 136 milioni di euro in Italia”, ha detto Meloni.
Le opposizioni a Meloni sulla visita ai centri albanesi per i migranti: “Spot elettorale”
Argomentazioni che non convincono le opposizioni. “Meloni è andata in Albania a farsi uno spot elettorale a spese dei contribuenti italiani cercando di nascondere il previsto aumento dei costi e gli evidenti ritardi di un accordo che è rimane un fallimento totale. I centri potranno infatti ospitare solo mille migranti contro i tremila annunciati inizialmente, la maggior parte dei migranti trasferiti tornerà in Italia e ci sarà un danno per la sicurezza a causa dei 500 agenti di polizia dirottati dalle nostre città. E soprattutto il rischio molto concreto che tutto salti nel 2025, dato che l’opposizione albanese ha già detto che sospenderà l’accordo in caso di vittoria alle prossime elezioni”, dichiarano i parlamentari del M5S delle commissioni Esteri di Camera e Senato.
“Mi meraviglia che Meloni fa queste cose in campagna elettorale, l’esposto, la denuncia al Procuratore antimafia, va in Albania, a tre giorni dal voto”, dice il leader del M5S, Giuseppe Conte. “Evidentemente teme molto, dal punto di vista elettorale, la questione migrazioni. Ma non ha fatto nulla”.
Il patto con l’Albania sui migranti è “un enorme spreco di denaro per un progetto che calpesta i diritti delle persone, allunga le sofferenze di chi viene salvato in mare scaricando persone come barili e pacchi sul territorio albanese. Secondo me è contrario a quanto prevede la costituzione. E’ un cinico accordo”, dice la leader Pd, Elly Schlein.
I dubbi di Rama sull’operazione
Ma ad avanzare dubbi sul successo dell’operazione è lo stesso premier albanese. “Se l’accordo sui migranti tra Italia e Albania sarà un successo o un errore non lo so, comunque se sarà un errore sarà un errore di cuore, non di calcoli malvagi”, ha detto Edi Rama nella conferenza stampa congiunta con la presidente del Consiglio.
“Su questo centro si fa tanto rumore per il solo fatto che l’Albania non è nell’Unione europea”, ha insistito Rama. “Se si fosse trovato in un’altra parte dell’Ue si sarebbe considerato normale, mentre invece in Albania viene considerato una Guantanamo, un lager”.
Meloni a ogni modo, lager o non lager, sottolinea che non saranno portati in Albania soggetti vulnerabili: minori, donne, anziani, persone fragili.