Meno tasse e procedure più snelle. Ecco il Piano nazionale di riforma. Gualtieri: “La finalità principale sarà quella di rimuovere gli ostacoli che rallentano appalti, investimenti e crescita”

“Il Governo è al lavoro su un quarto provvedimento in materia economica, volto a semplificare le procedure amministrative e la pianificazione e autorizzazione dei lavori pubblici. La finalità principale sarà quella di rimuovere gli ostacoli che negli ultimi anni hanno rallentato non solo gli appalti e gli investimenti pubblici, ma anche, più in generale, la crescita dell’economia”. E’ quanto scrive il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nella premessa al Piano nazionale di riforma.

Le semplificazioni, si legge nel documento, rappresentano “il primo passo per attuare il Piano di Rilancio” e “fatto salvo il contrasto alla corruzione” si agirà in tutti i campi, dalla disciplina degli appalti all’accelerazione delle “opere pubbliche già finanziate e in fase avanzata di progettazione” ai tempi di “procedure e iter autorizzativi, senza compromettere le esigenze di tutela dei beni culturali e del paesaggio” alla spinta ai dirigenti pubblici ad “assumere le decisioni”, circoscrivendo “puntualmente il reato di abuso d’ufficio e la responsabilità erariale degli amministratori”. L’esecutivo costituirà una apposita “unità di supporto” per la progettazione.

“L’alleggerimento della pressione fiscale è una delle componenti più importanti del programma di Governo” e dopo il taglio del cuneo partito da luglio, il governo sta lavorando a “una riforma complessiva della tassazione diretta e indiretta” per “disegnare un fisco equo, semplice e trasparente per i cittadini, che riduca in particolare la pressione fiscale sui ceti medi e le famiglie con figli e acceleri la transizione del sistema economico verso una maggiore sostenibilità ambientale e sociale”. Con la riforma “saranno anche razionalizzate le spese fiscali e, in particolare, saranno rivisti i sussidi ambientalmente dannosi.

“Il Governo – si legge ancora nella bozza del Piano – ha già intrapreso un confronto con le parti sociali in vista della conclusione della sperimentazione di ‘Quota 100′, che la legislazione vigente fissa per fine 2021, e valuterà le scelte in materia alla luce della sostenibilità anche di lungo periodo del sistema previdenziale e del debito pubblico garantendo al contempo il rispetto per l’equità intergenerazionale e il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica”.

“In corrispondenza al notevole sforzo richiesto per rilanciare e modernizzare la sanità – va avanti il documento -, le iniziative adottate dall’Unione Europea forniscono opzioni di finanziamento per la risposta sanitaria alla pandemia che il Governo valuterà alla luce di considerazioni di merito e di impatto finanziario”. Tra gli obiettivi prioritari definiti dal Governo rientrano anche le politiche a favore del rafforzamento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro e il rispetto del principio costituzionale della parità di genere nelle retribuzioni. “In quest’ottica – si legge nella bozza del Piano Nazionale di Rilancio (Pnr) – l’impegno del Governo all’eliminazione dei divari di genere verrà rafforzato con una estensione triennale dello sgravio contributivo, potenziandolo nelle aree dove maggiore e’ il fenomeno di un basso livello di occupazione femminile (come annunciato nel Piano per il Sud 2030)”.

E ancora, il Pnr prevede anche il rafforzamento degli strumenti di trasparenza retributiva esistenti al fine di eliminare i divari retributivi (gender pay gap) dovuti alle discriminazioni di genere, anche in linea con la recente indicazione della Commissione Europea”. Proseguiranno, altresì, gli interventi volti a promuovere la piena partecipazione delle donne ai processi decisionali e più in generale alla vita economica e politica, anche con riferimento alla leadership, che proroga da tre a sei i mandati in cui trovano applicazione, per gli organi apicali delle società quotate, le disposizioni in tema di tutela del genere meno rappresentato e che rafforza il criterio di riparto degli amministratori e dei membri dell’organo di controllo, volto ad assicurare l’equilibrio tra i generi.

Con il sostegno dei fondi Next generation Ue “nei prossimi quattro anni sara’ possibile raggiungere un livello di investimenti pubblici superiore al 3 per cento del Pil”. Il Piano di Rilancio avrà come “obiettivo prioritario” quello di “incrementare fortemente gli investimenti pubblici”, dunque anche le “infrastrutture di comunicazione ed in particolare il rinnovamento e lo sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione e di trasporto (ferrovie, strade, ponti, aeroporti, porti e intermodalità) all’interno di un piano di smart mobility. Inoltre, si contribuirà alla riconversione del trasporto pubblico su gomma verso veicoli a basse emissioni”. Spinta anche all’attuazione del piano per la banda ultralarga – con lavori già ordinati per 1,3 miliardi con stato di avanzamento al 40% – e allo sviluppo del 5G.

Un altro punto riguarda anche i trasporti. “Garantire a tutte le principali aree urbane dell’Italia peninsulare tempi di accesso a Roma non superiori a quelli oggi garantiti dal sistema AV sulla sua tratta di maggior lunghezza (4h e 30min)”. Il Pnr punta alla ‘Alta velocità di rete’ mediante “un utilizzo oculato di tratte convenzionali e dedicate, eventualmente integrate da interventi infrastrutturali di adeguamento della rete esistente, o anche, laddove necessario, dalla realizzazione ex novo di varianti e tratte integrative”. Previsto anche il rafforzamento dei servizi ferroviari regionali. “Gli investimenti ‘rapidi’ ovvero quelli con risorse disponibili prevalenti che si ritiene possano apportare, nel minor tempo possibile ed in maggior misura (snellezza e velocità di intervento), benefici al sistema produttivo, economico, sociale e dei trasporti, a seguito dell’emergenza sanitaria legata al COVID-19, ammontano a 95 miliardi, di cui 77 già disponibili”.

Il Governo, inoltre, si accinge a varare un ulteriore provvedimento dedicati agli “ambiti nei quali appare necessario un nuovo ampliamento delle risorse di bilancio, in particolare il sostegno agli ammortizzatori sociali e agli enti territoriali”. Per il rilancio post-Covid “si punterà ad incrementare la spesa pubblica per la ricerca e per l’istruzione, in special modo terziaria, in misura pari complessivamente a 0,4 punti percentuali di Pil nei prossimi tre anni”, circa 7 miliardi. “Parte della maggiore spesa saà destinata al finanziamento di progetti di ricerca che perseguano obiettivi di sostenibilità ambientale e digitalizzazione e che contestualmente abbiano un rilevante effetto sull’incremento della produttività”.

Un altro importante capitolo della bozza del Piano nazionale di rilancio è dedicato all’istruzione. Entro due anni tutte le scuole statali superiori e medie dell’intero territorio nazionale “saranno connesse con collegamenti in fibra ottica a 1 Gbps, necessari per l’adozione di forme sistemiche di teledidattica”. Lo stesso è previsto per le scuole primarie e quelle dell’infanzia ricadenti nelle cosiddette ‘aree bianche’. “La connettività sarà gratuita per 5 anni e sarà inclusa la manutenzione delle reti”. La bozza del Pnr prevede anche voucher per le famiglie, con due tipologie in base alla fascia di reddito di appartenenza: e’ previsto infatti “un contributo massimo di 200 euro per connessioni veloci per le famiglie con Isee sopra i 20.000 euro e un contributo massimo di 500 euro per connessioni veloci e per l’acquisto di tablet e pc per le famiglie con Isee sotto i 20.000 euro”.

Tra le azioni intraprese per rispondere alla sfida emergenziale del Covid-19 “sono state potenziate le risorse per il Piano scuole – nell’ambito del Piano banda ultralarga – passando a 400 milioni dai 200 stanziati in precedenza, e sono stati previsti interventi per rafforzare la connettività delle scuole portando in più di 32.000 istituti la banda ultralarga”. La bozza del Programma nazionale di riforma prevede risorse “per garantire la futura ripresa dello svolgimento delle attività scolastiche in sicurezza”. Nei prossimi anni “è compito del Governo continuare a garantire il rafforzamento della complessa struttura di interventi che ha garantito finora la didattica a distanza, traslando le azioni adottate in emergenza in una solida politica di sistema, per tutti i gradi scolastici”.

Il Pnr prevede di rafforzare la formazione continua, che riguarderà tra l’altro, il personale docente (in merito ai nuovi mezzi, agli strumenti tecnologici e, soprattutto, all’applicazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione alla didattica, di cui quella a distanza rappresenta un elemento fondamentale), e il personale ATA (per il potenziamento di tutte le attività didattiche, ma anche amministrative che le singole istituzioni scolastiche sono chiamate ad erogare in forma telematica, e dunque anche a distanza, a vantaggio dell’utenza). Secondo il testo di riforma è prevista anche “l’implementazione di una piattaforma digitale ‘proprietaria’ ministeriale per la didattica digitale”, unitamente alla ricerca e alla definizione di contenuti didattici da erogare a distanza, in modo uniforme e differenziato per età, a vantaggio di tutta l’utenza scolastica.

“Il primo piano per l’edilizia scolastica – si legge ancora nella bozza – risulta concluso con l’80% dei progetti, mentre il secondo piano, che prevede uno stanziamento di oltre 3 miliardi e più di 3.000 interventi, è in corso di attuazione. Con i progetti-pilota del primo piano per l’edilizia scolastica – realizzati grazie al contributo della BEI e di CDP – si è proceduto – viene ricordato nel testo – alla realizzazione di oltre 6.000 interventi in tutta Italia, per un investimento complessivo di circa 2,6 miliardi. Essi riguardano l’adeguamento sismico, la messa in sicurezza e la manutenzione degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi edifici scolastici su tutto il territorio nazionale, con aule all’avanguardia, laboratori innovativi e un efficiente consumo energetico”.