Una brutta figura già andata in scena e una – pessima – che si profila all’orizzonte. In mezzo l’assedio dell’Eurocamera di Bruxelles. È la fotografia della giornata di ieri in tema di Mercosur, l’accordo che doveva essere siglato sabato (e che slitta a gennaio) tra la Ue e il blocco commerciale sudamericano (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), il quale prevede la liberalizzazione in dieci anni del 90% delle importazioni di beni industriali europei e il 93% dei prodotti agricoli.
La brutta figura di Giorgia, smascherata da Lula
Un accordo che vacilla pesantemente, per l’opposizione di Francia e Italia. E qui sta la prima brutta figura, quella della premier italiana Giorgia Meloni, la quale, dopo mesi passati a tergiversare, si è vista obbligata a frenare sull’accordo per le proteste degli agricoltori italiani.
Tuttavia, anche questa volta, non ha scelto una posizione netta, cercando di barcamenarsi e prendere tempo (che non c’è). A svelare al mondo il solito giochino di Giorgia ieri è stato il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva durante una conferenza stampa: “La data del 20 dicembre” per firmare l’accordo tra Mercosur e Ue “è stata proposta dai vertici europei von der Leyen e Costa, perché ci hanno detto che il 19 avrebbero votato a Bruxelles”, ha detto Lula in conferenza stampa.
“Meloni mi ha chiesto 10 giorni per convincere gli agricoltori”
E ha aggiunto: “La mia sorpresa è l’Italia, che adesso insieme alla Francia non vuole firmare. Ho chiamato oggi Meloni: mi ha detto che non è contraria all’accordo, mi ha spiegato che c’è confusione politica per via della posizione degli agricoltori. È in imbarazzo ma dice di essere capace di convincerli. Ha però bisogno di una settimana, 10 giorni, al massimo un mese. Parlerò con il Mercosur e decideremo che cosa fare”.
Lula ha quindi ricordato: “Abbiamo negoziato questo accordo per 26 anni. Con von der Leyen e Costa abbiamo trovato un compromesso. Agli occhi del Mercosur tutto è stato risolto al 100 per cento. L’accordo è più favorevole a loro che a noi, ma è un accordo importante da un punto di vista politico, perché è una risposta alla crisi del multilateralismo. Ho parlato più volte con Macron, che mi ha trasmesso le paure dell’agricoltura francese”. “Se non è possibile firmare ora non c’è niente che io possa fare. Aspetteremo fino a domani, la speranza è l’ultima a morire”, ha concluso Lula.
Von der Leyen a mani vuote alla firma del Mercosur
Il che porta alla seconda brutta figura in procinto di avverarsi, quella di Ursula von der Leyen, la quale rischia seriamente o di presentarsi a Brasilia senza il via libera dei paesi Ue all’accordo, oppure di non potersi presentare affatto.
Le posizioni e perché Italia e Francia sono fondamentali
Al Consiglio europeo di ieri le posizioni erano distanti: Spagna e Paesi del Nord Europa favorevoli; Polonia e Ungheria fermamente contrarie; dubbiose Austria e Irlanda, Francia e Italia per il no. Ma, mentre Parigi è stata netta (“Riteniamo che i conti non tornino e che questo accordo non possa andare avanti così com’è”, ha detto Emmanuel Macron), il nostro Paese resta indecifrabile. Frenato dalle fratture nella maggioranza di governo. Del resto in sede di voto sulle “clausole di salvaguardia” Forza Italia aveva votato a favore, Fratelli d’Italia astenuta e Lega contraria…
A complicare il tutto, la necessità che per ratificare l’accordo in sede di Consiglio europeo, sia prevista la maggioranza qualificata (almeno 15 stati membri che rappresentino almeno il 65% della popolazione), quindi la posizione di Italia e Francia è determinante, essendo tra gli stati più popolosi dell’Unione.
Intanto scoppia la guerriglia a Bruxelles
E mentre la politica si arrota, per le strade di Bruxelles ieri è stata guerriglia. Secondo la polizia belga, in strada hanno manifestato 10mila agricoltori provenienti da tutta Europa a bordo di oltre 500 trattori, arrivati soprattutto da Francia e Belgio, ma con una presenza italiana definita “politicamente rilevante”. Al corteo hanno partecipato infatti Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri e Confcooperative Fedagripesca. La manifestazione è degenerata in scontri con la polizia davanti al Parlamento europeo.
M5s: “Agricoltori usati e poi scaricati da Meloni-von der Leyen”
“Nessuno si meravigli se gli agricoltori che manifestano oggi a Bruxelles sono furiosi. Sono stati usati per propaganda e adesso scaricati dal duo Meloni-von der Leyen. Condanniamo nel mondo più assoluto le violenze in città, ma questi lavoratori vanno ascoltati”, scrive in una nota la delegazione del Movimento 5 Stelle (The Left) al Parlamento europeo, “Prima i dazi di Trump, poi i tagli alla Pac nel bilancio pluriennale firmato dal commissario Raffaele Fitto e adesso il Mercosur. Meloni medita la solita retromarcia, ma Flagelli d’Italia si è astenuta nel voto a Strasburgo che poteva bloccare questo accordo commerciale che penalizza la salute dei cittadini e l’agricoltura europea. Noi del Movimento 5 Stelle siamo stati invece coerenti, resistendo a pressioni e lusinghe del solito Partito degli affari. Per noi prima di tutto c’è solo l’interesse dei cittadini”, concludono i pentastellati.