Mes e patto di legislatura: Zingaretti scopre le carte. Dilaga la pandemia, ma nel Pd c’è chi sta pensando alle poltrone

Dall’allarme sanitario a quello del Centrosinistra il passo è breve. Perché Nicola Zingaretti torna a cavalcare uno dei temi più divisivi per la maggioranza già pesantemente stressata dalla gestione della pandemia. Non solo schierando il Pd sul fronte del sì senza se e senza ma al Mes, di sponda con i renziani di Italia Viva. Ma rilanciando pure su quel patto di legislatura che porta dritto al rimpasto di Governo. Perplessità a parte del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ieri collegato in streaming alla direzione e in qualche misura ridimensionate, il nodo resta quello convincere i 5 Stelle ad ingoiare il Mes.

E non sarà una passeggiata. I grillini invitano Zingaretti a “leggere con più attenzione” proprio le parole di Gualtieri. Che “ha espresso un concetto molto chiaro: i 37 miliardi di euro del Mes non sarebbero risorse aggiuntive, ma sostitutive. L’Italia oggi si finanzia a tassi bassissimi sui mercati e sta mettendo a disposizione della Sanità tutte le risorse necessarie. Lo stesso Recovery fund prevede espressamente investimenti nel settore sanitario e garantirà risorse ulteriori a fondo perduto nei prossimi mesi. Non ci sono ragioni economiche per accedere al Mes, e anche i 300 milioni di presunti risparmi sugli interessi sono solo sulla carta”.

Ma la linea del Pd è tracciata. “Occorre una discussione franca e con chiarezza. Il governo presenti al più presto” un piano sanitario (uno dei temi del patto di legislatura), chiede Zingaretti sostenuto sul Mes anche dai governatori dem, a partire da Stefano Bonaccini. Ma se Zingaretti resta sui temi, non manca chi chiede un rafforzamento della squadra di governo. Come Matteo Orfini (che punta il dito sulle “inadeguatezze in alcuni ministeri chiave”), Goffredo Bettini e la corrente di Andrea Orlando. Zingaretti, ha già escluso una sua presenza al governo, ma non manca di sottolineare come “il voto di settembre ha portato una svolta sostanziale del quadro politico”.

Un modo per rivendicare un peso maggiore per il Pd in seno alla coalizione. Poi c’è la parita delle prossime amministrative in città chiave come Roma, Milano, Napoli, Torino. “C’è una maggiore disponibilità del M5S, che andrà verificata territorio per territorio ma che ci rende più competitivi”, si augura il segretario. Nessun passaggio specifico su Roma, ma l’ordine di scuderia è di tentare ovunque l’alleanza di Centrosinistra. Tradotto, un avviso a Carlo Calenda: se non vuole correre da solo, deve sedersi al tavolo del centrosinistra e fare le primarie.