Giancarlo Giorgetti di nuovo costretto a difendersi. E a subire le pressioni dell’Eurogruppo che chiede all’Italia di ratificare la riforma del Mes, essendo ormai rimasto (da tempo) l’unico Paese a non averlo fatto. Anche il Single Resolution Board, nel corso della riunione, ha ribadito che “tutti i Paesi dovrebbero ratificare con urgenza la revisione” del Meccanismo europeo di stabilità. E per tutti si intende solo l’Italia. Anche perché “avere fonti di finanziamento adeguate in caso di crisi è più importante che mai in questi tempi volatili”.
Eurogruppo e Bce in pressing sul Mes
Ma la maggioranza italiana ignora i richiami, evita un argomento spinoso e blocca la riforma. Da sola. Giorgetti è finito ancora una volta nel mirino dei suoi colleghi, ma quel che viene riferito è che la posizione italiana non è affatto cambiata e nessuno, entro giugno, si aspetta la ratifica del nostro Parlamento. Giorgetti non è neanche riuscito a rassicurare i suoi partner, non paventando l’ipotesi di un cambio di rotta prossimo. D’altronde Fratelli d’Italia e Lega restano contrari alla riforma del Mes e un voto parlamentare è così quasi impossibile.
Al termine dell’Eurogruppo, i toni del presidente Paschal Donohoe sono stati comunque morbidi nei confronti di Giorgetti: “Lo rispettiamo e comprendiamo diversi governi che si trovano ad affrontare sfide politiche, con decisioni che devono sottoporre ai rispettivi Parlamenti. Noi continueremo a lavorare insieme”. Ma i problemi restano tutti: “Se il trattato Mes non viene applicato, significa che i fondi che abbiamo a disposizione per aiutarci a gestire le difficoltà bancarie non possono essere incrementati dai prestiti concessi dal Mes”. E così il Meccanismo non potrebbe svolgere un ruolo attivo “in caso di difficoltà finanziarie causate da un problema bancario. Ciò, a sua volta, può aumentare i nostri rischi in futuro, se dovessimo affrontare una grave difficoltà bancaria”.
Anche il commissario Ue, Valdis Dombrovskis, ha detto che è “importante finalizzare la ratifica del Mes”. Senza la quale viene bloccata anche la discussione sull’uso del Mes per altri scopi, inclusa l’ipotesi di usarlo come fonte di finanziamento europeo per la difesa nell’ottica del riarmo. Giorgetti resta così isolato in Ue e blocca l’unione bancaria dell’Eurozona. L’unica speranza, a questo punto, è che l’Ue valuti realmente l’utilizzo del Mes per le spese militari. Magari portando così le destre a ingoiare un boccone amaro, rivendicando però di aver ottenuto in cambio qualcosa sul fronte del riarmo.