Mesi di previsioni ignorate. Gli allarmi alluvione dell’Anbi rimasti inascoltati

Secondo i dati dell'Osservatorio dell'Anbi solo nel 2022 i fenomeni alluvionali sono stati 104, cioè 2 alla settimana.

Mesi di previsioni ignorate. Gli allarmi alluvione dell’Anbi rimasti inascoltati

Subito dopo la disastrosa alluvione in Emilia-Romagna, dalla politica c’è stato il solito cordoglio per un evento “mai visto” e di conseguenza non preventivabile. Insomma una calamità naturale improvvisa che ha colto tutti di sorpresa. Peccato che stando a quanto scrive l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi) le cose non starebbero affatto così perché “mentre in Emilia-Romagna si continua a lavorare per superare l’emergenza alluvionale, l’Osservatorio Anbi illumina una verità sotto traccia, che conferma l’immagine di un’Italia alla mercé della crisi climatica e che, accanto alle tragedie, annovera una serie impressionante di episodi, che avrebbero potuto avere ben più gravi conseguenze”.

Secondo i dati dell’Osservatorio dell’Anbi solo nel 2022 i fenomeni alluvionali sono stati 104, cioè 2 alla settimana

Insomma il preavviso c’è stato eccome in quanto “nel solo 2022, anno per altro caratterizzato da una grave insufficienza idrica soprattutto nel Nord Italia, i fenomeni alluvionali sono stati 104, cioè 2 alla settimana” spiega il report sbugiardando quanti in questi giorni parlano di fenomeni inattesi e imprevedibili.

Si tratta di un dato allarmante come chiarisce senza mezzi termini Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi, convinto che quanto sta accadendo “dovrebbe sollecitare un grande piano di manutenzione del territorio, la più importante opera pubblica, di cui l’Italia ha bisogno”. Così, quasi a voler sbugiardare chi sostiene che il clima sia cambiato dall’oggi al domani e che non si poteva immaginare un simile disastro, l’Osservatorio Anbi procede con “un elenco delle più gravi emergenze meteo registrate dall’agosto scorso, cioè dalla fine della fase più acuta della siccità”.

Una sterminata serie di eventi, messi in fila uno dopo l’altro, che dimostrano oltre ogni ragionevole dubbio che la tropicalizzazione del clima italiano è un fenomeno che va avanti da tempo e che di avvisaglie su possibili tragedie, per lo più scongiurate dal caso, ce ne sono state tante. Il 5 agosto dell’anno scorso si è sfiorato il dramma con l’alluvione in Val di Fassa, in Trentino Alto Adige, quando sono piovuti “123 millimetri di acqua in un’ora” provocando “allagamenti, frane, torrenti esondati ed oltre 150 persone evacuate”.

Esattamente dopo una settimana, ciò a riprova di come il fenomeno non sia legato al solo nord Italia, intense precipitazioni hanno causato lo straripamento di diversi corsi d’acqua sia in Calabria che in Sicilia, con fiumi di fango che hanno invaso le province di Reggio Calabria e Messina, in particolare “Scilla e Stromboli dove le automobili sono state trascinate in mare dalle acque”.

Tra il 15 e il 18 dello stesso mese si sono verificati “nubifragi e vento forte in Emilia Romagna, Liguria, Toscana e Veneto, causando 2 morti per alberi caduti a Lucca e Carrara, nonché “100 evacuati tra Massa e Carrara” oltre a “danni ad edifici ed infrastrutture”. Fatti per i quali era stato “proclamato lo stato di emergenza in Toscana e Veneto, nonché lo stato di crisi in Emilia Romagna”.

Tutto risolto? Nient’affatto. Sempre come ricorda Anbi tra il 27 e il 30, sempre di agosto, è nuovamente l’Emilia-Romagna a finire sott’acqua con le precipitazioni che hanno messo in ginocchio le “province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini”. Forti piogge “con cumulate superiori ai 30 millimetri in poche ore” che provocarono danni ed allagamenti. Il 15 e il 16 settembre c’è stata la disastrosa “alluvione delle Marche che ha causato 13 vittime, 150 sfollati e ben 2 miliardi di danni”. Scorrendo l’elenco si arriva all’alluvione di Ischia del 26 novembre con la frana che ha colpito Casa Micciola in cui hanno perso la vita 12 persone e sono stati conteggiati 450 sfollati e 40 case danneggiate.