Metro C, 25 persone rischiano il processo. Truffa, corruzione e falso le accuse ipotizzate dalla Procura. Nel mirino fondi non dovuti e assunzioni sospette

In 25 richiano il processo per i lavori della Metro C a Roma

In 25 rischiano il processo per i lavori della Metro C a Roma. Tra questi anche l’ex sindaco della Capitale, Gianni Alemanno. La Procura di Roma ha chiuso le indagini e le accuse ipotizzate sono, a vario titolo, di truffa, corruzione e al falso. Tra gli indagati pure l’ex assessore alla Mobilità Antonello Aurigemma (giunta Alemanno), l’ex assessore alla Mobilità Guido Improta (giunta Marino), l’ex dirigente del ministero delle Infrastrutture Ercole Incalza e dirigenti di Roma Metropolitane e Metro C all’epoca dei fatti.

Le indagini furono avviate in seguito a una nota del collegio sindacale ed a un esposto di una associazione che risale al 2013. Per quanto riguarda la contestazione delle truffa aggravata ai danni di enti pubbblici sono due gli episodi finiti sotto la lente della Procura: il primo, del 6 settembre del 2011, che ha indotto in errore il Cipe (quanto all’emanazione della delibera autorizzativa del pagamento), oltre allo Stato, alla Regione Lazio e al Comune, fa riferimento al pagamento di 230 milioni di euro, somma che per gli investigatori rappresentava un ingiusto profitto a Metro C, quale Generale Contractor, in quanto “non dovuta”. C’è, poi, un altro episodio, avvenuto nel mese di novembre del 2013, ed è relativo all’erogazione, mai avvenuta, di 90 milioni di euro sempre per la nuova metropolitana della Capitale. Si trattava di una parte relativa alla prima fase funzionale dei lavori, sempre finanziamenti non dovuti perché frutto di un precedente accordo illecito. Tra le altre accuse della Procura ci sono anche alcuni presunti episodi di corruzione relativi all’assunzione di parenti di alcuni funzionari pubblici.

Per quanto riguarda l’opera è stata portata a compimento due mesi fa con l’apertura della stazione di San Giovanni che mette in collegamento la linea C con la linea A. Peccato che il percorso a ostacoli dell’opera ha fatto sì che la stazione di San Giovanni venisse inaugurata con “solo” sette anni di ritardo rispetto al previsto.

“Le accuse che vengono ipotizzate nei miei confronti nell’ambito dell’inchiesta sulla Metro C sono prive di fondamento – ha scritto Alemanno su Facebook – perché confondono le responsabilità amministrative con quelle politiche. Infatti mi si accusa di aver firmato, come capo dell’Amministrazione capitolina, una lettera predisposta dalle strutture tecniche dell’Assessorato alla Mobilità e del Ministero delle Infrastrutture. Il contenuto di quella lettera, che gli inquirenti ritengono non rispondente alla realtà, era una valutazione tecnica su alcune varianti su cui non potevo non affidarmi all’istruttoria preparata dai tecnici. Basare su questo l’ipotesi di un mio concorso in una truffa è contrario a tutti i principi della pubblica amministrazione che separa nettamente l’indirizzo politico dall’azione amministrativa. Ho chiesto di essere interrogato dai magistrati per chiarire queste circostanze e chiedere il proscioglimento da un’indagine che non mi riguarda”.