Mezza Europa blocca Astrazeneca. Roma, Parigi e Berlino scelgono la cautela. Mentre l’Ema certifica Pfizer, J&J e Moderna contro le varianti

Mezza Europa blocca Astrazeneca. Roma, Parigi e Berlino scelgono la cautela. Mentre l'Ema certifica Pfizer, J&J e Moderna contro le varianti.

Mezza Europa blocca Astrazeneca. Roma, Parigi e Berlino scelgono la cautela. Mentre l’Ema certifica Pfizer, J&J e Moderna contro le varianti

Un vaccino nato male. Già prima del via libera alla produzione, del resto, AstraZeneca aveva sollevato polemiche per la sua efficacia. E ora arriva lo stop alla somministrazione. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha disposto l’estensione in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), il divieto di utilizzo del siero anglo-svedese contro il Covid-19 su tutto il territorio nazionale.

La decisione è stata assunta in linea con analoghi provvedimenti adottati da altri Paese europei e, spiegano fonti del ministero della Salute, dopo un colloquio tra il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Durante la giornata, Speranza ha avuto colloqui con i ministri della Salute di Germania, Francia e Spagna. Ulteriori approfondimenti sono attualmente in corso”, annuncia l’Aifa specificando che “renderà nota tempestivamente ogni ulteriore informazione che dovesse rendersi disponibile, incluse le ulteriori modalità di completamento del ciclo vaccinale” per coloro che hanno già ricevuto la prima dose.

In “coordinamento” con Ema e gli altri Paesi europei, l’Agenzia italiana del farmaco “valuterà congiuntamente tutti gli eventi che sono stati segnalati a seguito della vaccinazione”. Una decisione resasi necessaria dopo la morte di alcune persone nei giorni successivi alla vaccinazione con il farmaco prodotto dall’azienda anglo-svedese. L’Aifa aveva inizialmente sospeso un lotto in via precauzionale per approfondimenti da parte dell’Istituto Superiore di Sanità e in attesa che le autopsie escludano del tutto un nesso di causalità tra la somministrazione e i decessi.

Nelle scorse ore, inoltre, i Nas dei carabinieri, su ordine della procura di Biella (leggi l’articolo), avevano sequestrato – sempre in via cautelativa – quasi 400 mila dosi di un altro lotto. Al momento non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e gli effetti avversi. Come sottolineato da Guido Rasi, ex direttore dell’Agenzia europea del farmaco, su 3 milioni di dosi somministrate in Europa si sono registrati 30 casi di trombosi, un numero che corrisponde all’incidenza attesa sulla popolazione generale. Vale a dire che i dati non mostrano un aumento delle trombosi tra chi ha ricevuto il preparato anti Covid.

La decisione dell’Aifa (qui la nota), frutto evidentemente di un coordinamento europeo, arriva a 24 ore dalle precisazioni del suo presidente Giorgio Palù: “I benefici sorpassano di gran lunga i rischi finora riscontrati”, aveva detto invitando “tutti a basarsi sui dati della scienza” e sottolineando che “c’è molta emotività rispetto ai vaccini, già ai tempi del vaccino anti-influenzale, ma non c’è nessuna correlazione se non temporale, non un nesso causale”.

Fatto sta che l’Italia non è la sola ad aver sospeso la somministrazione del vaccino prodotto dall’azienda anglo-svedese. Anche Francia e Germania, pochi minuti di distanza l’uno dall’altro, hanno deciso di sospendere “per precauzione” la somministrazione del vaccino prodotto da Astrazeneca. Lo stop sarebbe stato concordato a livello europeo.

A Berlino il governo federale si è basato su una raccomandazione dell’Istituto Paul Ehrlich, come riferito da un portavoce del ministero della Salute, che ritiene necessarie “ulteriori indagini” dopo le segnalazioni di casi di trombosi in relazione alla vaccinazione in diversi Paesi europei, compresa la stessa Germania.

In Francia l’annuncio è stato dato direttamente dal presidente Emmanuel Macron. Nei giorni scorsi le iniezioni di Astrazeneca erano già state sospese in Danimarca, Norvegia, Islanda e a seguire in Bulgaria, Irlanda e Paesi Bassi, proprio in vista di nuovi accertamenti dell’Ema.