Mezzi pubblici sovraffollati. La vera criticità sono i controlli. A Roma, Milano e Napoli la vigilanza resta un rebus. Il rispetto del limite dell’80% ricade sugli autisti

Il Dpcm è chiaro: capienza massima per il trasporto pubblico locale “non superiore all’80 per cento” che però, fanno notare dal Comitato tecnico scientifico, in molti casi si è già tradotto nel 100 per cento. Quindi si pensa ad una riduzione fino al 50 che significherebbe lasciare a piedi migliaia di persone. Di qui, secondo il Cts, un’altra necessità, già sperimentata nello scorso lockdown: aprire le zone a traffico limitato. Ma come l’avranno presa le grandi città? Beh a Milano forse la notizia non è ancora giunta. Visto che proprio da ieri è stata riattivata la mega zona a traffico limitato, l’area B, che copre quasi tutta la zona urbana e vieta l’ingresso ai veicoli più inquinanti.

Dell’apertura dell’area C, quella che delimita il solo centro storico, neanche a parlarne. Ne consegue, evidentemente, un sovraccarico dei mezzi pubblici. Il sindaco Giuseppe Sala al termine della riunione con il prefetto Renato Saccone e alcuni medici, anche a fronte dei nuovi contagi – circa 1.053 nelle ultime 24 ore in provincia di Milano, 515 nella sola metropoli – fa sapere che gli esperti “non ci hanno dato un allarme specifico su mezzi di trasporto” e quindi al momento “non sono previsti interventi” in quel settore. “Siamo molto lontani dalla capienza dell’80 per cento, se questa va ripensata siamo disponibili ma non possiamo aumentare le corse, questo lo posso escludere”, ha dichiarato Sala.

DAL COLOSSEO… E a Roma? Neanche a parlarne. L’Assemblea capitolina ha bocciato, infatti, la mozione a prima firma del presidente, Marcello De Vito, che chiedeva alla sindaca Virginia Raggi di riaprire i varchi della Zona a traffico limitato, non tanto per alleggerire il l’afflusso sui mezzi pubblici – che non subiscono alcuna pressione, secondo Atac, restando la capienza ben al di sotto del limite dell’80% – quanto per favorire la ripresa delle attività commerciali situate al centro storico. Se però nella capitale ritengono che i limiti di capienza sugli autobus vengano rispettati, qualche perplessità si evidenzia su chi debba effettivamente vigilare. Al momento non si sa: forse l’autista, forse i controllori dei biglietti. Ma comunque si preme sottolineare che proprio perché il distanziamento sociale sui mezzi è difficile, indossare correttamente la mascherina è quanto mai una necessità.

…AL VESUVIO. Scendendo un po’ più giù nello stivale, neanche a Napoli se la passano bene. La Campania vive quanto mai ore difficili a causa degli oltre mille nuovi contagi. Il primo cittadino della città partenopea, Luigi De Magistris, si dice preoccupato per il ritorno del virus ma è intervenuto anche sul tema del Trasporto pubblico locale. “Il Tpl – ha spiegato – non è la cosa che più mi preoccupa in questo momento. A Napoli sta funzionando lo scaglionamento che abbiamo fatto autonomamente, lo si sta facendo nelle scuole e negli uffici e sta aiutando molto, la stragrande maggioranza delle persone è attenta e responsabile.

C’è un atteggiamento complessivamente maturo, poi ci sono ovviamente le eccezioni”. Quali? “I trasporti erano ridotti maluccio già prima e immaginiamo adesso con una capienza ridotta all’80 per cento – aggiunge il primo cittadino del capoluogo campano -. La situazione quindi è critica”. Certamente aiuterà, nell’alleggerire l’utilizzo dei mezzi pubblici, l’ordinanza appena emessa dal governatore Vincenzo De Luca che, sebbene innescando una dura polemica con la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina (leggi pezzo a fianco), prevede la chiusura delle scuole fino al 31 ottobre. Ma anche qui della ztl non se ne parla.