Michetti fa la corte a Calenda, ma lui aspetta le mosse di Gualtieri. Per il leader di Azione il problema è come riconquistate 220mila voti. “Dipende dai temi. Parlate delle cose!”

Il candidato del centrodestra Michetti: "Io credo che ci siano tante prospettive comuni con Calenda, abbiamo entrambi un programma del Fare".

Michetti fa la corte a Calenda, ma lui aspetta le mosse di Gualtieri. Per il leader di Azione il problema è come riconquistate 220mila voti. “Dipende dai temi. Parlate delle cose!”

“Ho promesso agli elettori della mia lista civica che non avrei fatto accordi. Io non chiedo né un accordo, né un apparentamento, né un posto. Per rispetto a loro, per coerenza e onore. Vi ponete il problema sbagliato: quello che voto io è irrilevante”. È quanto ha detto, in un video su Twitter, il leader di Azione, Carlo Calenda, a proposito di un possibile sostegno a uno dei due candidati al ballottaggio per il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri ed Enrico Michetti. “Sono vicino a Gualteri, Michetti è un impreparato prestato alla politica” ha detto ancora Calenda aggiungendo che un possibile appoggio al candidato dem Gualtieri “dipende dai temi”.

“Gualtieri dà per scontato il mio appoggio, Sgarbi che devo fare l’assessore di Michetti… Il problema – ha detto ancora il leader di Azione – è come riconquistate quei 220mila voti, che non sono valigie che si spostano. Li conquistate se parlate dei temi che sono nel nostro programma”. Calenda auspica “che i 5s non metteranno più piede nel governo della città” perché “hanno lasciato un disastro epocale non sposterò io questi voti, li sposterete solo voi immaginando una politica diversa”.

“Il segnale che arriva e che io coltiverò a livello nazionale è una politica che si fonda sui programmi, su competenza, trasparenza, su un modo di fare politica dignitoso nel senso romano del termine: alto, corretto e giusto” dice Calenda a proposito del voto e appellandosi affinché ci sia “una politica basata sulle cose, non dove è la destra, dove la sinistra”, peraltro “un confine che spostate a vostro piacimento. Ieri ero di destra, oggi fa comodo e sono di nuovo di sinistra, domani chi lo sa. Parlate delle cose!”.

“Io credo che ci siano tante prospettive comuni con Calenda, abbiamo entrambi un programma del Fare”, ha commentato Michetti a Tgcom. “Noi rappresentiamo comunque la novità per una città, con la sinistra, non ci saranno molti cambiamenti”, ha aggiunto il candidato del centrodestra spiegando che “i leader del centrodestra” gli hanno detto di “andare avanti così”. “Se avessero votato il 20% in più dei romani – dichiara ancora Michetti -, avremmo vinto. Ogni cittadino è responsabile delle proprie idee. Questa è una partita a due, i partiti avranno un’influenza ma tutto si giocherà sui candidati e sui programmi”.

“Il ballottaggio è una partita diversa. Ora la sfida è tra due candidati – prosegue Michetti – non contano gli schieramenti, vince chi ha il migliore programma e le idee più utili a far crescere Roma. La Capitale per quello che penso, dovrà essere una città del fare. Che attui il piano rifiuti, senza burocrazia e con la massima efficienza. Serve competenza, onestà e professionalità. Per rilanciare Roma serve tagliare col passato e con i danni che hanno portato alla paralisi di Roma. Il centrosinistra fa parte di questi processi perché è al governo della Regione”.

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