Migranti, Villa: “Con Meloni toccato l’apice”

Parla Matteo Villa (Ispi): la destra ha capito che i migranti servono. "Ma ora il problema è spiegarlo ai suoi elettori".

Migranti, Villa: “Con Meloni toccato l’apice”

Matteo Villa, responsabile DataLab di Ispi e studioso delle migrazioni, ieri era il secondo giorno di click day del decreto flussi che quest’anno prevede 136mila ingressi per il 2023. Questo governo non vuole i migranti ma poi li cerca?
“In realtà Confindustria diceva che ne servirebbero 300mila all’anno per 3 anni, quindi circa 900mila personae in tutto. Questo ci dà l’idea di quanti davvero ci servano e quanti ne dovremmo regolarizzare. Ci dice anche quanto lo Stato italiano stia perdendo soldi poiché se mai li regolarizzano mai quelli pagheranno le tasse. Incredibilmente la destra sta programmando come gli altri non hanno mai fatto, alzando moltissimo le quote. Erano 30mila tra il 2014 e il 2020, un numero incredibilmente basso non alzato né dai governi di centrosinistra né dai governi tecnici. Con Draghi siamo arrivati a 80mila. Già all’insediamento del governo Meloni si sono accorti che 80mila non sarebbero bastati. Già l’anno scorso hanno aggiunto 40mila ingressi. Alla fine il governo Meloni ha preso atto e ha negoziato un altro numero, che sono 450mila persone in tre anni oltre a quei 40 mila”.

Mezzo milione di persone fatte entrare da chi aveva promesso di “chiudere i porti”…
“Capisci subito: 490mila, un pelo sotto mezzo milione. Come per i prezzi degli abiti a 19,99. Saltano agli occhi due elementi. Primo: i decreti flussi più alti li fa il centrodestra. Secondo: se hai raccontato in campagna elettorale che non li vuoi ora è un bel problema perché in questo momento si dovrebbe annunciare che esistono le alternative per venire legalmente in Italia”.

È abbastanza?
“No ma la direzione è giusta. Potresti fare emergere 600mila persone già qui che avrebbero l’opportunità di pagare le tasse. Dall’altra parte se il tuo obiettivo è scoraggiare i flussi irregolari di sicuro non lo puoi raggiungere se il decreto flussi lo annunci un venerdì di luglio dopo le 17, lo approvi in Cdm come una cosa tra tante e poi non ne parli perché nel momento in cui è stato annunciato trovi le polemiche della tua base che ti accusa di tradimento, di politica immigrazionistica e di sostituzione etnica. Accade così. Se tu soffi per anni su quel fuoco quando ti rendi conto che devi cambiare la narrazione ti ritrovi contro un muro”.

E allora perché non ne parla l’opposizione?
“Le migrazioni sono un argomento tossico e non si è ancora capito come fare a raccontarla creando consenso politico.Lo dico da osservatore esterno: tutti quelli che ci hanno trovato hanno fallito. Il Pd in questo momento potrebbe avere un afflato di cambiamento e riconoscere che il governo ha preso una decisione giusta ma non lo fa per estrema paura che questa cosa gli esploda in mano. Si vede bene anche nei sondaggi, quando chiedi quale sia la minaccia o la preoccupazione l’immigrazione è tra le prime risposte anche se non corrisponde nei numeri. La paura è esplosa nel 2015-16 ed è rimasta altissima nel 2019 quando erano crollati gli sbarchi. La paura passa solo perché il governo ne parla meno. In Europa non esiste una forza politica progressista che sia riuscita a guadagnare consenso parlando di immigrazione”.

Oggi dovrebbe essere presentato in Cdm un disegno di legge per esternalizzare il trattenimento in Albania. Cosa ne pensa?
“Mossa inutile e costosa. Non sappiamo quello che succederà ed è ovvio che se davvero le persone in quel centro saranno 4mila (neanche in Italia esistono centro così grandi) sarà a tutti gli effetti un carcere. Il governo vorrebbe fare passar da lì 39mila persone, significa sostituire gli ospiti ogni 4 settimane. Sarà già difficilissimo trovare personale per gestire la richiesta d’asilo in tempi così impossibili. Oggi siamo la gestione di una richiesta di protezione richiede oltre un anno e se la vuoi accelerare devi garantire comunque un giusto processo per non incappare in un ricorso. Io mi aspetto che sarà già tanto se ne andranno lì in 10mila”.

E perché?
“Ho due dubbi. Primo: il costo di questa operazione è di 100 milioni di euro. Se tu avessi voluto fare una politica restrittiva, 100 milioni di euro potevi darli a Saied. C’è un altro aspetto: qualsiasi sia l’esito, queste persone dovranno tornare in Italia e quasi nessuna sarà rimpatriata. Quindi hai un procedura più costosa per avere meno diritti con molti più costi. E uno dice, perché?”.

Lei che risposta si è dato?
“Quei 10mila torneranno in Italia per essere trattenuti nei Cpr e rimpatriati, ma sappiamo che il tasso di rimpatrio è sotto il 10%. Resteranno illegali in Italia. Hai solo evitato che si veda che sbarchino. Inoltre c’è un altro rischio”.

E quale sarebbe?
“Quando tu li devi portare le persone in Albania devi bloccare le barche in mezzo al mare, avere una persona sulla barca che decida quali di queste persone debba essere mandata in Albania. Possono andarci solo i maggiorenni o donne non gravide o persone non vulnerabili. Si può solo immaginare quanta gente alzerà la mano per dire che è minorenne”.

Risultato?
“Quell’ufficiale che sale sulla barca e decide tra chi è e chi non è minorenne, su una barca in mezzo al mare? E poi: trasbordi 80 persone su 100 in Sicilia, ne tieni 20 sulle barche? Dovrai prendere una nave a noleggio da crociera, come le navi quarantena, metteranno i primi 20 e aspetteranno i prossimi finché non si riempie. Logisticamente è un delirio”.