Milano, a teatro cala un sipario velenoso. Amianto alla Scala: indagati quattro ex sindaci per la morte di alcuni operai

Il lampadario d’amianto del Teatro alla Scala di Milano avrebbe ucciso sette persone. E con questo sospetto quattro ex sindaci della città meneghina e altre sette persone sono finite nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo e lesioni colpose. Dovranno comparire in procura gli ex sindaci Carlo Tognoli, Paolo Pillitteri, Giampiero Borghini e Marco Formentini. Ma tra gli indagati compaiono anche Carlo Fontana, sovrintendente dal 1990 al 2005, Silvano Cova e Angelo Sala che sono stati direttori degli allestimenti tra il 1991 e il 1992.

IL SOSPETTO
L’accusa rivolta agli indagati è quella di non aver rimosso l’amianto dal lampadario del salone principale e dagli altri locali del Piermarini. Secondo la procura, inoltre, non sarebbe stato rispettato l’obbligo di censimento di tutte le parti d’amianto presenti nel teartro; amianto che è stato rimosso definitivamente soltanto nel 2004 con i lavori di ristrutturazione dell’architetto Mario Botta. La presenza dell’amianto avrebbe fatto ammalare macchinisti, attrezzisti, tecnici manutentori che hanno lavorato nel Teatro alla Scala tra gli anni ’70-’80. L’amianto sarebbe stato utilizzato come isolante termico nel rivestimento di alcune strutture del Teatro, nei meccanismi di apertura e chiusura del palcoscenico e anche nei dispositivi antincendi. Non a caso, secondo l’accusa, la malattia, un mesotelioma pleurico, che ha colpito l’uomo del sipario. Ma c’è anche la storia del vigile del fuoco che ha lavorato per trent’anni tra i veleni del teatro. Si è ammalato anche lui. E come lui altri ancora.