A Milano una sfida proibitiva. Conte però non si tira indietro. Il leader M5S in campo per la candidata sindaco Pavone. Segnale di attenzione alla città

Dopo la tappa di Napoli per sostenere il candidato a sindaco Manfredi ieri per il leader M5S Giuseppe Conte è stata la volta di Milano.

A Milano una sfida proibitiva. Conte però non si tira indietro. Il leader M5S in campo per la candidata sindaco Pavone. Segnale di attenzione alla città

Dopo la tappa di Napoli per sostenere il candidato a sindaco Gaetano Manfredi – che Giuseppe Conte da premier volle come ministro dell’Università – ieri è stata la volta di Milano: il leader del M5S si è recato nel capoluogo lombardo per lanciare Layla Pavone (leggi l’articolo) nella corsa per spodestare Beppe Sala – candidato del centrosinistra – da Palazzo Marino. Impresa non certo semplice, come ammette lo stesso Conte: “Storicamente il Movimento non ha brillato a Milano. Quindi per il principio di realtà, non mi aspetto che questo segno di rinnovamento dia dei risultati strepitosi sin dall’inizio”.

Anche perché qualche “errore è stato commesso, ma in ogni caso per “i Cinque Stelle è importante dare un segnale di attenzione alla città”. L’ex premier chiede, dunque, di lasciare al Movimento la possibilità di “proporre con il sorriso alla comunità il progetto”.

MANAGER COMBATTIVA. Più ottimista la manager Pavone che ha deciso di accettare la candidatura offerta dal M5S con entusiasmo e spirito combattivo: “Io penso di avere grandi chance, perché vengo dalla società civile, sono molto sensibile e consapevole dei problemi che Milano ha: ne ha tanti e credo che il mio contributo possa essere molto importante, anche per una visione della città a misura di donna”, ha affermato aggiungendo di credere poco ai sondaggi che circolano e che la accrediterebbero tra il 3 e il 5%. “Ho un mese davanti a me nel quale cercherò di girare il più possibile la città, di farmi conoscere, di raccontare il programma che abbiamo costruito. I sondaggi lasciano il tempo che trovano, io guardo molto alle statistiche per mestiere e negli ultimi anni non ci hanno mai preso”.

Sull’amministrazione uscente Pavone ritiene che ci siano state “Luci e ombre” mentre molto più duro il giudizio sul candidato del centrodestra Luca Bernardo, in particolare sulle sue dichiarazioni sul reddito di cittadinanza: “Praticamente secondo lui – spiega la candidata pentastellata – l’hanno preso solo criminali mafiosi e gente che non ne aveva bisogna. Rimango basita, per usare un eufemismo”. Sul sussidio, misura simbolo dei 5Stelle, anche Conte ha ribadito che “Il Movimento non arretrerà mai” pur dichiarandosi d’accordo sul fatto che si possa intervenire con politiche per migliorarlo (“dobbiamo intervenire offrendo anche lavori di attività sociale o addirittura agganciandoli alle politiche del lavoro”).

BOTTA E RISPOSTA. Il presidente del M5S torna poi sulla sua proposta di una legge speciale per il capoluogo lombardo (“Penso a un patto per Napoli, a uno statuto per Roma Capitale e questo vale anche per Milano”) in risposta a quanto affermato in mattinata da Salvini che, in visita al Salone del mobile alla Fiera di Rho, aveva dichiarato che quella era una proposta del Carroccio che Conte, da premier, aveva bocciato. Accusa rimandata al mittente: “Non è assolutamente vero – puntualizza il diretto interessato – se la Lega è disponibile ben venga, dobbiamo realizzare gli strumenti normativi per consentire alle nostre realtà di decollare anche a livello internazionale”.

Detto questo, sull’orizzonte politico futuro, sia nazionale che locale, Conte non ha dubbi: “è chiaro che per noi dialogare con una forza di destra, che anche in piena pandemia ha dimostrato di essere un po’ deficitaria o comunque di non riuscire a inquadrare gli obiettivi fondamentale del Paese, è un po’ difficile”, ha risposto a chi gli chiedeva di eventuali apparentamenti in caso di ballottaggio.