È stato forse il primo bene pubblico privatizzato dalla giunta di Giuliano Pisapia. Una cessione – a tempo, 25 anni, come il teatro Franco Parenti che le è adiacente – in nome del salvataggio di una struttura storica che l’amministrazione milanese sosteneva di non poter ristrutturare per mancanza di fondi. Privatizzazione che oggi, a distanza di 12 anni, si è dimostrata un fallimento.
Parliamo della piscina Caimi, ribattezzata dalla Fondazione Pier Lombardo di Andrée Ruth Shammah (che Ignazio La Russa voleva come prossima vice-sindaca di Milano) che la gestisce, “Bagni Misteriosi”. Un place to be per il jet set milanese, dove andare a ristorarsi dal caldo, fare l’aperitivo a bordo vasca o rilassarsi dopo una serata a teatro tra prosa e politica, quest’ultima spesso targata Matteo Renzi (domani per esempio ospiterà la manifestazione sulla crisi palestinese di Italia Viva, Azione e dei dissidenti Pd).
L’entrata costa 25 euro
Ma anche un luogo inavvicinabile per gran parte degli abitanti della zona, visti i prezzi proibitivi d’entrata: 25 euro il giornaliero, ridotto a 20 (per under12, over65, clienti con Isee fino a 18mila euro); 15 euro la mattina, ridotto 12; 25 euro il “pomeriggio large” e 15 euro serale. Si aggiunga poi che è vietato introdurre cibi e bevande che non siano stati acquistati in loco, a costi non certo popolari, e si capisce come la Caimi da piscina di zona, si sia trasformata in enclave solo per agiati.
Le tariffe degli altri impianti ancora pubblici
Del resto, basta confrontare le tariffe con quelle di MilanoSport, la società che gestisce gli altri impianti milanesi. Per la Romano, l’unico altro centro balneare attivo in città – dato che gli altri sono chiusi o in manutenzione – il giornaliero si ferma a 8 euro (9 nei weekend e festivi), ridotto a 5,50. Tuttavia dai 5 agli 11 anni la tariffa è ridotta; è prevista la “Tariffa famiglia” con due adulti che pagano l’ingresso pieno e i bimbi da 5 a 11 anni che spendono solo 2 euro; ingresso è gratuito per gli under 5, over 65 e reddito Isee sotto i 6500 euro. Non c’è paragone.
I Bagni Misteriosi e gli accordi tariffari col Comune
Eppure i due tariffari dovrebbero avere molti punti in comune, almeno a norma del “Regolamento d’uso tra Comune di Milano e Fondazione Pier Lombardo” sottoscritto il 15 marzo 2013, quando la giunta Pisapia assegnò la piscina allora chiusa alla Fondazione Pier Lombardo fino al 2038 (e contestualmente prolungò allo stesso anno anche la concessione del teatro).
All’art. 5, comma 5 si legge infatti che “al fine di garantire la massima fruibilità della Piscina, la Fondazione dovrà garantire in determinati giorni e fasce orarie l’applicazione delle tariffe comunali, nonché nei restanti orari di apertura l’applicazione di tariffe che non superino l’80% delle tariffe comunali vigenti“. Una prescrizione che evidentemente non viene rispettata in tutti i mesi di apertura.
I Bagni Misteriosi, fa sapere la biglietteria della piscina (la direzione non ha risposto alla Pec de La Notizia), nel mese di luglio “probabilmente applicherà le tariffe scontate, con ingressi a 7,5 euro, ma ancora non si sa da quando a quando”. Comunque non a giugno e non ad agosto.
Una scelta che sembra deliberata dagli stessi Bagni Misteriosi e non determinata da Palazzo Marino. Sebbene lo stesso Regolamento d’Uso preveda che “la Fondazione è tenuta a dare al Comune entro il mese di novembre di ogni anno il Piano di utilizzo annuale degli impianti sportivi” e una relazione “tecnico-gestionale”.
Il bilancio dei Bagni
Ma nell’ultima relazione presentata dalla Fondazione, non vi è alcun riferimento a orari, sconti, tariffe. Si trova invece il bilancio 2024 dei Bagni, che non è certo florido: a fronte di costi pari a 331.217 euro, i ricavi sono stati 166.031 euro, con una perdita di 165.186. Tanto che la Fondazione prevede “per il 2025 un’ipotetica perdita di fatturato compresa tra il 10% e il 15%”, che “avrebbe un impatto significativo sugli investimenti programmati per la stagione 2025. In particolare, per quanto riguarda la manutenzione straordinaria del fondo della vasca grande” che “potrebbe subire uno slittamento”.
Niente bagni per i poveri ma gli incassi dei ricchi non bastano
Quindi, la Fondazione che aveva ricevuto la piscina pubblica perché assicurava gli investimenti necessari per apertura e il mantenimento, nonostante una politica tariffaria che ha escluso intere fasce di utenti, ora dice che probabilmente non sarà in grado di effettuare la manutenzione straordinaria necessaria. Sebbene questa sia prevista dalla convenzione sottoscritta col Comune. Così buona parte dei milanesi – ceto medio e a basso reddito – si ritrovano senza piscina, mentre quelli ricchi non assicurano la remunerazione degli investimenti.
Ma i Bagni Misteriosi potrebbero essere solo un esempio di quanto potrebbe accadere quando anche le altre piscine milanesi passeranno dal pubblico al privato, secondo il volere del sindaco Beppe Sala, che ha già dato il Lido e si accinge a dare anche la Scarioni agli spagnoli “Ingesport health” per i prossimi 42 anni. Sala (e i milanesi) sono avvertiti.