Milano, ladro ucciso dal pensionato: è stata legittima difesa? Il proprietario si difende: ho sparato in casa. Ma nell’abitazione non ci sono tracce di sangue

Le indagini continuano. Il pensionato milanese che due giorni fa ha sparato al ladro, un immigrato di 28 anni, è indagato per omicidio volontario. Un atto necessario per eseguire tutti gli accertamenti e valutare se sussistano i presupposti per riconoscere l’eccesso colposo in legittima difesa o la legittima difesa, come ha chiarito la Procura. E dalle indagini, è emerso che il giovane sarebbe stato colpito frontalmente con un proiettile al cuore, mentre si trovava sulle scale esterne dell’abitazione e non era ancora entrato dentro casa. Dettaglio non rilevante, perchè il ladro si trovava pur sempre in una proprietà privata. L’elemento che ha fatto escludere da subito l’ipotesi di legittima difesa agli investigatori era invece che la vittima era armata solo di una torcia.

LA RICOSTRUZIONE
Prima di valutare l’eccesso colposo, e cioè la sproporzione tra la minaccia di un ladro (disarmato, a piedi nudi e coi calzini infilati sulle mani per non lasciare impronte) e il proiettile che lo fredda, carabinieri e Procura vogliono ripassare con calma la dinamica dell’assalto messa a verbale dalla famiglia dell’uomo, sentito dagli inquirenti anche ieri. “Mi sono svegliato di soprassalto – aveva spiegato il 65enne agli inquirenti ricostruendo la dinamica di quanto accaduto – perché avevo sentito dei rumori. E visto che non era la prima volta e non ne potevo più, e avevo paura anche per Giovanna, ho preso la pistola. Fuori dalla stanza da letto mi sono visto puntare una luce negli occhi e ho sparato. Poi sono uscito sul terrazzino, ho visto altri due che uscivano scavalcando e ho fatto fuoco 4-5 volte in aria. Ma non volevo ammazzarlo, non volevo, davvero. Mi dispiace per quel ragazzo”. Il racconto del prima e dopo coincide con quello della vicina di casa. Ma c’è un pezzo che non combacia: non c’è traccia di sangue a casa del signor Francesco, il sopralluogo delle tute bianche della vecchia Rilievi le esclude. Ce n’è sulle due rampe di scale esterne che finiscono al primo piano, quello vuoto, dove è stato trovato il corpo e dove il giovane si sarebbe trovato quando il pensionato ha fatto fuoco. E allora, prima di procedere per omicidio colposo, gli investigatori vogliono essere certi che il 64enne non lo stesse aspettando sul terrazzino, sparando a colpo sicuro.

IL PARADOSSO
Indagini a parte, il codice penale italiano recita che l’offesa deve essere proporzionata all’offesa. Immaginando la scena, dunque, Sicignano doveva considerare l’incursione in camera da letto come la gita di un gruppo di allegri mattacchioni e far buon viso a cattiva sorte? Per essere in regola avrebbe dovuto far entrare i ladri (prego venite non fate complimenti), verificare che volessero davvero compiere un furto, aspettare di ricevere una mazzata in testa, una coltellata o qualcosa del genere. Solo a questo punto, col dubbio fondato che lo volessero uccidere, avrebbe potuto premere il grilletto. Tutto ok, adesso sì che è legittima difesa.