Mire estere su Generali. Il titolo decolla e Caltagirone rastrella. Tornano in azione Allianz e Axa

Francesco Gaetano Caltagirone ha arrotondato la sua partecipazione in Generali rilevando 1 milione di azioni per 13,5 milioni di euro

Chissà se era un assaggio. Di certo la scorsa settimana non è sfuggita l’operazione condotta in porto dall’immobiliarista Francesco Gaetano Caltagirone. Il quale, come spesso gli è capitato in stagioni più risalenti nel tempo, ha arrotondato la sua partecipazione in Generali rilevando 1 milione di azioni per 13,5 milioni di euro. Giusto il tempo di far iniziare una nuova settimana in cui i giornali accreditano appetiti di ogni sorta su Generali, di cui Caltagirone, che già ne era vicepresidente, adesso è diventato secondo maggior azionista con il 3,5%. Ecco allora che tra i pretendenti rispunterebbe fuori Axa, il colosso assicurativo francese. Ma anche Allianz, la collega tedesca. E poi l’italiana Intesa Sanpaolo, che da sola o in coppia con Allianz potrebbe voler piantare un bel paletto sul Leone di Trieste per difenderne l’“italianità”. Tutto questo, ieri, non ha fatto altro che pompare il titolo di Generali in Borsa, che dopo aver toccato anche punte da +7% in mattinata, ha poi chiuso a +3,9%. Effetto positivo anche per Mediobanca, singolo maggior azionista del gruppo assicurativo, che ha archiviato la seduta con un +1,5%.

Chi subisce – A patire, invece, è stata proprio Intesa, il cui ipotizzato coinvolgimento nell’operazione ha appesantito il titolo trascinandolo a -2,9%, tra le peggiori performance del listino principale. La domanda, naturalmente, circola con sempre maggiore insistenza: c’è qualcosa di vero dietro alle voci di supposti movimenti sul Leone di Trieste? Se la si guarda con gli occhi degli analisti queste indiscrezioni rappresentano più fumo che arrosto. Tra le più tranchant, nel proporre il loro giudizio, si è segnalata Equita Sim, la investment bank guidata da uno che di finanza dovrebbe sapere tutto, ovvero quell’Alessandro Profumo che prima è stato numero uno di Unicredit e poi presidente di Mps. “L’indiscrezione ci sembra poco verosimile e il piano difficilmente attuabile viste le complessità di integrare due reti completamente diverse, senza considerare gli eventuali vincoli antitrust sul mercato domestico”, è stato il giudizio di Equita Sim. Le voci, però, hanno già prodotto un effetto di non poco conto. Generali, infatti, ha annunciato l’acquisto del 3% di Intesa. In questo modo è scattata la regola delle partecipazioni incrociate tra società quotate. Il limite, secondo la legge Draghi, è al 3% dei diritti di voto. Si tratta di una mossa difensiva del Leone dopo le indiscrezioni di possibili interessi da parte della banca.

Il dettaglio – Ad alimentare il dibattito, tra l’altro, ci sono i fili che portano a Vincent Bolloré, il patron di Vivendi che non soltanto è primo azionista di Telecom e “scalatore” di Mediaset, ma è anche azionista di quella Mediobanca che a sua volta con il 13% è il singolo maggior azionista di Generali. Né può tenere alla larga la varie suggestioni una circostanza in effetti non proprio irrilevante: Philippe Donnet, ad del Leone di Trieste, in passato ha militato per più di vent’anni ai piani alti di Axa, uno dei possibili pretendenti.

Twitter: @SSansonetti