Missione nel Mar Rosso. Si può usare la forza contro i ribelli Houthi

La missione navale europea nel Maro Rosso si avvia verso una ridefinizione che amplierà non poco le regole d’ingaggio.

Missione nel Mar Rosso. Si può usare la forza contro i ribelli Houthi

Da un lato proseguono gli attacchi alle navi mercantili portati avanti dai ribelli Houthi nel Mar Rosso e le conseguenti rappresaglie degli Stati Uniti che martellano le basi missilistiche dei miliziani nello Yemen, dall’altro la missione navale europea per proteggere il commercio globale che prima ancora di cominciare ufficialmente già si avvia verso una ridefinizione che amplierà non poco le regole d’ingaggio.

La missione navale europea nel Maro Rosso si avvia verso una ridefinizione che amplierà non poco le regole d’ingaggio

Sostanzialmente la novità è la proposta, sostenuta a gran voce dall’Italia, di allargare le competenze della missione europea denominata Agenor Emasoh dotandola di più ampie regole di ingaggio ma sempre nel perimetro di una missione difensiva. Come spiegato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani a Rainews “la decisione finale spero che possa arrivare prima di febbraio. Sarà una missione difensiva ma forte, non solo di scorta ma di difesa militare attiva”. A chiarire cosa significhi è lo stesso leader di Forza Italia secondo cui le navi militari italiane già presenti nel Mar Rosso sono due e avranno “il compito di difendere” le imbarcazioni mercantili e che per farlo “sono anche autorizzate ad aprire il fuoco per abbattere missili o droni” lanciati dai miliziani Houthi che, come noto, sono molto vicine all’Iran. Lo sa bene il titolare della Farnesina che poco dopo prova ad allentare la tensione con Teheran affermando di non credere “che gli attacchi” dei ribelli contro i mercantili nel Mar Rosso “siano pilotati dall’Iran” ma, al contrario, servirebbero ai filo iraniani Houthi per “acquisire credibilità verso Teheran”.

Tajani assicura che la missione Ue non prevederà attacchi in territorio yemenita

Missione Ue che, assicura Tajani, “non prevederà attacchi in territorio yemenita perché non è mai successo. Però ci sarà una protezione militare molto forte, determinata, e mi auguro con tutti gli strumenti necessari per abbattere missili e droni, quindi per colpire gli attacchi” lanciati dai ribelli sciiti filoiraniani Houthi e da chiunque altro voglia destabilizzare il commercio globale.

Proprio l’assenza di potenziali raid sulle basi Houthi in Yemen, secondo Tajani, non richiederebbe alcun voto dal Parlamento dove, però, assicura che verrà comunque fornita una dettagliata informativa. Si tratta di una tesi già sostenuta lunedì dalla premier Giorgia Meloni che a Quarta repubblica aveva raccontato che la missione navale Ue nel Mar Rosso “è prevalentemente di politica di difesa. Da lì transita il 15% del commercio mondiale, impedire il passaggio dei prodotti significa un aumento dei prezzi spropositato, non possiamo accettare la minaccia degli Houthi nel Mar Rosso. Per questa missione europea di difesa non dobbiamo passare in Parlamento, ma quella di iniziativa statunitense avrebbe significato un passaggio parlamentare. L’Italia c’è, si assume le responsabilità”.

Peccato che le opposizioni sembrino pensarla molto diversamente. Stefano Graziano, capogruppo del Partito democratico in commissione Difesa di Montecitorio, a Sky Tg24 ha rivelato: “È importante avere una missione navale dell’Ue nel Mar Rosso. Dobbiamo vedere come viene inquadrata la missione, quanti sono i Paesi che partecipano e quelli che non partecipano, e le regole di ingaggio. Però riteniamo fondamentale l’informativa in Parlamento”.

Dello stesso avviso il senatore Enrico Borghi, presidente del Gruppo Italia Viva al Senato, che precisa: “L’Unione Europea ha dato il via libera ad una missione militare per la protezione delle navi mercantili nel Mar Rosso. Bene: è ciò che avevamo chiesto da subito. Però, manco il tempo di leggere la notizia, che la Presidente del Consiglio si è precipitata a dichiarare che non si deve passare dal Parlamento. Era la stessa cosa che aveva detto in occasione dell’accordo con l’Albania sui migranti, e poi si è dovuta rimangiare la dichiarazione”. Borghi che poi aggiunge: “Di grazia, ne possiamo discutere in Parlamento o pensate che il nostro compito sia quello di aspettare il tweet di Chigi? Ps: è una domanda non solo per il Presidente del Consiglio, ma anche per i Presidenti delle Camere”.

Crosetto il primo di febbraio sarà in Commissione Difesa per riferire sulla situazione in Mar Rosso

Così dopo ore di titubanza, alla fine la maggioranza ha comunicato che “il ministro Guido Crosetto il primo di febbraio sarà in Commissione Difesa per riferire sulla situazione in Mar Rosso e sull’impegno del nostro Paese a tutela dei trasporti marittimi”. Ad annunciarlo, cercando di placare le tensioni in Parlamento, è stato il Presidente della Commissione Difesa della Camera, Nino Minardo, secondo cui “il ministro della Difesa ha risposto positivamente ad una richiesta avanzata dal capogruppo del Pd Stefano Graziano e condivisa da tutti i colleghi della Commissione. Siamo consapevoli della situazione estremamente delicata e desideriamo che la missione italiana nel Mar Rosso abbia il massimo sostegno parlamentare”.