Mister 10mila voti in Corte dei Conti. Scontro sulla nomina in Abruzzo. L’ex consigliere FI, Gatti designato giudice contabile. Ma il magistrato da rimpiazzare scadrà solo nel 2021

Spacca la maggioranza sovranista in Regione Abruzzo la designazione a componente non togato della Corte dei Conti regionale di Paolo Gatti (nella foto), il mister 10mila voti di Forza Italia nella precedente consiliatura, preferito ad una rosa di 24 candidati dal presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri, neanche a dirlo pure lui di Forza Italia, d’accordo con il governatore Marco Marsilio di Fratelli d’Italia. Un incarico che costerà alle casse regionali un milione di euro (per l’intera durata del mandato) e che ha innescato una vera e propria levata di scudi da parte delle opposizioni, dai 5 Stelle al centrosinistra, contro la nomina a loro dire viziata da nullità oltre che dubbia sotto il profilo dell’imparzialità.

METODO MARSILIO. “Sarà la Corte a valutare se Gatti ha i requisiti”, si è difeso, mettendo le mani avanti, il regista dell’operazione, Sospiri. Che voci di corridoio – sebbene smentite dal diretto interessato – darebbero sempre più vicino a Fratelli d’Italia per una candidatura in Parlamento che Forza Italia non potrebbe garantirgli. Salvo poi correggere il tiro di fronte al muro delle opposizioni, ai dubbi sollevati anche all’interno della maggioranza e, soprattutto, ai rilievi dei 5 Stelle. Risultato: nomina congelata dallo stesso Sospiri: la questione sarà approfondita, e l’ultima parola del presidente del Consiglio regionale arriverà alla prossima riunione dei Capigruppo. Di certo, la designazione di Gatti divide tutti. Ha chiesto di attendere il senatore Nazario Pagano (FI) senza contare i richiami alla concertazione della Lega ancora scavalcata in maggioranza e soggiogata dal “metodo Marsilio”, come lo ha definito il coordinatore regionale del Carroccio, Luigi D’Eramo.

“La Regione attenda la scadenza del consigliere in carica – chiedono dal centrosinistra -. È una nomina che parte delle Regioni non ha effettuato o ha limitato a uno per non gravare sui bilanci”. Va giù duro il Movimento 5 Stelle che chiede “la revoca della designazione in autotutela” per evitare “la nullità e un eventuale danno erariale alla Regione”, avverte la capogruppo M5S, Sara Marcozzi. “Al presidente del consiglio Regionale è stata conferita la delega per le nomine, non per le designazioni (art. 142 del Regolamento del Consiglio Regionale) – rincara la dose -. Siamo di fronte a una designazione, i 2 istituti sono distinti e hanno procedimenti difformi. La designazione non prevede la possibilità di delega. Non si può nominare una persona che deve essere designata.

La legge prevede per le designazioni, come quella di Gatti, il passaggio in consiglio Regionale”. E non è tutto. “I ricorsi degli altri candidati che potrebbero impugnare questo provvedimento esporrebbero la Regione ad altre spese – ribadisce la Marcozzi -. Ammesso che vada a buon fine questa designazione, se si comincia a lavorare si provocherà una cascata di atti nulli, firmando documenti sulla base di un incarico nullo. Non è un giudizio sulla persona. Mi domando però se vale la pena: un milione di euro lo potremmo destinare a tante emergenze”. Rilievi di fronte ai quali Sospiri ha optato, come detto, per il congelamento della nomina di Gatti.

GIU’ LA MASCHERA. Avvocato teramano, insegnante e commissario di un Consorzio, consigliere comunale e per 10 anni consigliere regionale, nell’ultima tornata elettorale Mister 10 mila voti, non si è ricandidato per un seggio all’Emiciclo (circa 140 mila euro l’anno il compenso) ma ora si consolerà con un incarico meglio remunerato (194 mila euro l’anno). Si poteva attendere la scadenza del mandato (2021) dell’altro componente della Corte, Antonio Dandolo, sottolinea il vicepresidente M5S del Consiglio regionale, Domenico Pettinari: “Nominarne un altro significa sprecare denaro pubblico. Designazioni che criticavamo nella passata legislatura col centrosinistra al governo: è cambiato solo il colore politico”. Ma il dado sembra tratto. “Dopo 9 mesi di centrodestra – allarga le braccia la Marcozzi – il governo si è dimostrato più interessato a nomine, incarichi, festeggiamenti, fondi a pioggia che alla risoluzione dei problemi reali degli abruzzesi”.