Momento sabbatico. La felicità secondo Federica Pellegrini

Per la rubrica “Momento Sabbatico” oggi Virginia Saba intervista l'ex campionessa di nuoto Federica Pellegrini

Momento sabbatico. La felicità secondo Federica Pellegrini

Ottima è l’acqua e l’oro come fuoco acceso/ risplende nella notte e nessun altra ricchezza/ può eguagliare questo splendore. Oggi dedichiamo a Federica Pellegrini, dea dell’oro e dell’acqua, i primi meravigliosi versi quell’epinicio (cioè il canto in onore dei vittoriosi) che il poeta Pindaro, cantore delle Olimpiche, scrisse per elogiare la vittoria di Gerone.

Perché anche lei ci racconta, nella quarta puntata della nostra rubrica Momento Sabbatico, che “niente potrà eguagliare lo splendore delle gare, delle medaglie, della vittoria, delle finali, dell’inno, del sudore, della fatica”. Tuttavia chi è regina del mondo lo è, prima ancora, di se stessa.

Per la rubrica “Momento Sabbatico” oggi Virginia Saba intervista Federica Pellegrini

 

E lo capiamo quando spiega che per lei in fondo la vera felicità è quella custodita nelle piccole cose. “Se ripenso ad esempio a me bambina, quando mio padre ci svegliava la domenica cantando le canzoni di Lucio Battisti, come “Motocicletta”, e ti rendi conto che sei ancorata a quel ricordo e che l’hai portato con te tutta la vita. Così come l’amore dei miei che dura da quando avevano ventanni. Sono la mia forza e la base solida, l’unica sulla quale io stessa voglio costruire la mia vita, qualunque cosa accada”.

Una vita semplice. Perché puoi fare anche come i fuochi d’artificio, arrivare sin lassù dove è tutto è perfetto, scriveva una donna altrettanto regina di sé, Grazia Deledda, prima italiana ad aver ricevuto il Nobel per la Letteratura, ma poi, scriveva ancora lei, devi ri-scendere qua giù, prima o poi, in una realtà dove comandano insieme, in modo inscindibile, l’amore e il dolore, l’imperfezione e lo stupore, le coincidenze e le contraddizioni. La vita vera è questa, quella che “ho sentito tra le mani quando ho perso il mio allenatore Alberto Castagnetti. Credevo tanto in Dio, e ci credo ancora oggi, ma avevo effettivamente un’immagine sbagliata della morte. Non avevo capito bene cosa significasse davvero non sentire più vicina una persona, non sentire più la sua voce. Certo, l’ho sognato, ma poi è rimasto il silenzio e per la prima volta ho fatto i conti con l’abbandono. Ho comunque sempre ritenuto che accanto a me ci fosse sempre qualcuno a sostenermi”.

Perché Federica Pellegrini è stata sempre finora un numero primo, cioè divisibile solo per se stessa, cioè sola sempre davanti a sfide gigantesche. “La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano è il libro che mi sono ritrovata tra le mani un po’ per caso durante il Mondiale di Roma 2009, e mi ha accompagnato, credo non per caso, per tutto quel periodo. Sai quando scegli un libro e ti rendi conto che ciò che stai leggendo lo stai vivendo sulla tua pelle? Lo lessi per intuito e mi ha lasciato un profondo segno”.

Istinto, intuito, sono tra le parole più utilizzate in questo momento sabbatico da Federica. In- tueri, guardar dentro. Dentro, non fuori. Ovvero guardare ciò che di più nobile siamo, la nostra scintilla divina, la nostra interiorità. E l’intuizione di cui parla tanto Federica, quella che l’ha accompagnata spesso nelle scelte della sua vita, così come ad ogni bracciata, nasce per salto logico, non ragionato, come arrivasse da un altrove. Perché Federica nuotava per missione, per aveva tradotto il suo “codice dell’anima” che le ha permesso di realizzare al massimo se stessa.

“Anche il mio profumo lo sceglievo così, per intuito, prima di ogni gara. Era esattamente la ricerca di ciò che potesse corrispondere al mio stato d’animo del momento, un collegamento tra me e l’esteriorità”. Alla fine, Federica, conferma di essere “estremamente introspettiva”, ciò che aveva dentro l’ha portato tutto fuori facendo un regalo a tutti noi che abbiamo potuto gioire della sua grandezza. E, tornando al nostro Pindaro, una curiosità: scriveva in pentametro jambico che secondo alcuni è come un formichiere alto dietro e con i piedi corti sul davanti. E sapete perché? Perché doveva scovare dentro gli animi umani ciò che di meglio c’è. Solo così si può fare della propria vita una poesia. Come ha fatto Federica. Regina di semplicità.