Montanari: “Draghi sconcertante. Sulla guerra usa parole irresponsabili”

Il rettore dell'Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari, parla dell'Ucraina: trattare. "Tra potenze nucleari non c'è vittoria".

Montanari: “Draghi sconcertante. Sulla guerra usa parole irresponsabili”

L’ex premier Draghi ha detto che “la vittoria della Russia sarebbe fatale per l’Unione europea”. Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, come giudica queste parole?
“Si tratta di parole irresponsabili ed è molto triste vedere una persona che dovrebbe essere caratterizzata da saggezza, fosse solo per l’età e per i grandi riconoscimenti che ha avuto, parlare in questo modo. Il tutto sottointende che a farsi massacrare dovrebbero andare i giovani ucraini. Parole sconcertanti se confrontate con quelle di Papa Francesco oppure di fronte alla preoccupazione di tutte le persone responsabili che hanno ben chiaro che in presenza di una guerra tra potenze nucleari non può esistere alcuna vittoria”.

Il ministro Fitto ha detto che “non è all’ordine del giorno l’uso del Pnrr per acquistare armi”. Eppure il governo ha dato parere negativo sull’ordine del giorno dei 5S per mettere nero su bianco questo impegno. Ci dobbiamo aspettare sorprese dalle destre?
“Penso sia evidente che vogliano arrivare a usare il Pnrr per le armi, tanto in Italia quanto in Europa. Vorrei ricordare che il Pnrr nasce contro la pandemia e dovrebbe consentirci di ricostruire il nostro sistema sanitario per affrontare simili sfide. Eppure tutto stiamo facendo tranne che usarlo per questo scopo. Ricordo che durante la pandemia la metafora usata era ‘la guerra contro il virus’ e questo è la prova di un problema di mentalità e di visione del mondo. Fa tristezza pensare che il Pnrr, il quale peraltro indebita i nostri figli e nipoti, che dovremmo usare per ‘curarci’ rischiamo di usarlo per ammazzarci”.

Sulle armi il Partito democratico è in grande confusione. Prima ha votato l’ordine del giorno di M5S e dopo ha ribadito l’impegno a fornire munizioni a Kiev…
“Guardi la Meloni non può che essere hyper-atlantista, trainata dalla Nato, perché questo è l’unico modo per nascondere la matrice fascista. Il Pd che questo problema non lo ha dovrebbe comunque fare parte della Nato e dell’Occidente ma in modo critico, cominciando a separare gli interessi dell’Europa da quelli degli Stati Uniti. Elly Schlein dovrebbe capirlo e avere il coraggio di dicutere queste posizioni all’interno del suo partito perché serve una svolta altrimenti non ci si potrà stupire se perde le elezioni visto che al momento le posizioni di Schlein e Meloni in fatto di armi sono del tutto sovrapponibili”.

Per la distruzione della diga di Kherson, l’Occidente accusa la Russia pur ammettendo che, al momento, non ci sono prove certe. Che peso ha la propaganda in questo conflitto?
“Come ben noto, la prima vittima della guerra è la verità. Per questo è chiaro che la propaganda è centrale in questo conflitto. Sull’episodio della diga comunque sia andata, è chiaro che la responsabilità morale è della Russia visto che ha invaso l’Ucraina. A mio avviso qui non si tratta di cancellare la responsabilità morale di Putin che è totale ma di iniziare a costruire una pace. E ci tengo a far presente che la propaganda è nemica della pace”.

Naufragato il piano di pace cinese, le speranze di far cessare il conflitto sono nelle mani dell’iniziativa del Vaticano. Ma Zelensky ha ribadito che l’unica pace possibile è con la sconfitta della Russia…
“Quella di Zelensky è propaganda, naturalmente legittima. Le guerre possono concludersi soltanto in due modi: con la vittoria di uno dei due schiaramenti oppure con un trattato di pace. Non esiste una terza opzione. Escludendo la prima opzione che tra potenze nucleari finirebbe con l’uso dell’atomica e la distruzione reciproca, allora resta solo la seconda possibilità. Alla fine Russia e Ucraina faranno un accordo di compromesso perché non c’è un altro scenario possibile. La questione è se farlo prima, fermando i massacri, o farlo dopo causando altre vittime. Riguardo al piano cinese le faccio presente che se avessero sbianchettato la parola ‘Cina’ sostituendola con qualsiasi altro Paese occidentale, tutti l’avrebbero giudicato un piano serio. Ma l’ha proposto Pechino e tanto è bastato per bocciarlo”.