Montanari: “Le destre attaccano i giornali perché li temono”

Parla il rettore Tomaso Montanari: questo governo è anti-democratico. "Preoccupante la repressione del dissenso che avviene proprio dove si forma il pensiero critico".

Montanari: “Le destre attaccano i giornali perché li temono”

Con il governo Meloni si dice che la libertà di stampa è a rischio. Tomaso Montanari, rettore dell’Università per gli stranieri di Siena, qual è lo stato dell’informazione italiana?
“Obiettivamente la libertà di stampa era a rischio anche prima. Il problema dell’informazione italiana sono le grandi concentrazioni editoriali e le poche copie di giornali vendute. Detto questo, mi sembra evidente che il governo Meloni ha aggravato di molto la situazione perché ha un controllo ferreo delle televisioni. Un governo di matrice non democratica come questo, ovviamente, impatta in modo molto più forte sulla scena come emerge dall’occupazione totale dei posti e dall’intolleranza gravissima al dissenso. Tra l’altro bisogna ricordare anche che il nostro è un Paese di servi e oggi più che mai stiamo assistendo a una gara a chi è più servile nel compiacere il governo per far tacere le poche voci ancora libere”.

L’ultimo Festival di Sanremo ha macinato ascolti e polemiche tra messaggi degli artisti da cui l’azienda ha preso le distanze e la mancata partecipazione degli agricoltori, il tutto per non scontentare il governo. Si può parlare di TeleMeloni?
“Certo che si può parlare di TeleMeloni come, per onestà, si è sempre potuto parlare di TeleGoverno. Il punto è che non stiamo assistendo a un fenomeno nuovo, la differenza rispetto al passato è che oggi l’occupazione è più pervasiva che mai e si sta imponendo uno stile inaccettabile unito a una prepotenza esibita che non ha precedenti. Proprio perché si tratta di problemi che già conoscevamo da tempo, bisognava risolverli per tempo così da scongiurare che un governo come questo potesse fare il bello e cattivo tempo”.

Come mai il governo sta cercando sempre di più di controllare l’informazione?
“Evidentemente perché hanno paura che escano informazioni che li riguardano. Se non avessero fatto nulla di male allora non avrebbero paura”.

Ieri a Napoli c’è stata una manifestazione davanti alla sede Rai pro-Palestina e per difendere l’intervento a Sanremo di Ghali dopo il comunicato dell’ad Sergio. Sit-in dove, purtroppo, si sono verificati anche scontri con la polizia. Condivide le ragioni della protesta?
“Aderisco idealmente a questa manifestazione perché quello che è stato fatto contro Ghali e anche contro Dargen sull’immigrazione, tra l’atteggiamento servile di Mara Venier e i comportamenti dei vertici della Rai, è qualcosa che ci aspetterebbe in un Paese del Sud America. Detto questo ci tengo a sottolineare che condanno sempre la violenza perché non è così che si difende la democrazia ma non posso ignorare che questo governo ha un uso della repressione e della forza pubblica smodato. Si tratta di qualcosa di gravissimo, già visto più volte e in diverse università, perché assistiamo a una repressione del pensiero proprio nelle sedi dove si forma il pensiero critico”.