Montemartini riaccende la luce. Sculture romane immerse nella centrale elettrica. Il 31 maggio al via la mostra “Capolavori da scoprire”

L’atmosfera è sicuramente suggestiva. Visitare una centrale elettrica del secolo scorso trasformata in un museo lascia quantomeno interdetti. Una reazione inevitabile per chi entra nel Museo Centrale Montemartini e si trova davanti statue e reperti di Roma antica accanto ai vecchi macchinari produttivi della centrale. Un connubio tra l’antico e il moderno che da martedì prossimo si arricchirà di nuovi capolavori da tempo conservati nei depositi.

LE OPERE – Il percorso alla scoperta delle “new entries” comincia al piano terra, con la piccola sala dedicata al prezioso corredo funerario di Crepereia Tryphaena e prosegue nell’adiacente Sala Colonne, con tre magnifici mosaici policromi di età repubblicana di raffinatissima fattura. Al piano superiore, in Sala Caldaie, ha trovato un giusto spazio un altro splendido mosaico con la raffigurazione del ratto di Proserpina. Accanto a queste opere che appartengono alle collezioni capitoline, l’evento “Capolavori da scoprire” consente di presentare al pubblico anche un prezioso ritratto in basanite dell’imperatrice Agrippina Minore, concesso temporaneamente in prestito alla Centrale Montemartini dalla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen. Oltre alle “new entries”, al museo saranno esposti i capolavori della scultura antica e preziosi manufatti rinvenuti negli scavi della fine dell’Ottocento e degli anni Trenta del 1900, con la ricostruzione di grandi complessi monumentali e l’illustrazione dello sviluppo della città antica dall’età repubblicana fino alla tarda età imperiale. In questo contesto, però, continua il lavoro di sperimentazione di nuove soluzioni espositive collegato alla ricerca scientifica sui reperti; l’accostamento di opere provenienti da uno stesso contesto consente anche di ripristinare il vincolo tra il museo e il tessuto urbano antico.

IL PROGETTO – Il museo stesso è inserito all’interno di un più ampio progetto di riqualificazione della zona Ostiense Marconi, che prevede la riconversione in polo culturale dell’area di più antica industrializzazione della città di Roma (comprendente, oltre alla centrale elettrica Montemartini, il Mattatoio e gli ex Mercati Generali) con il definitivo assetto delle sedi universitarie di Roma Tre.