Nemmeno la Boschi è profeta in patria. Il Pd rimedia una batosta anche nella sua Montevarchi

Nemo propheta in patria. È la magra consolazione della Boschi per la batosta dem nella sua città natale, Montevarchi. Disfatta toscana: persi 5 comuni su 6

Nemo propheta in patria. È la magra consolazione di Maria Elena Boschi per la batosta del Partito democratico anche nella sua città natale, Montevarchi (Arezzo). Al ballottaggio l’ha spuntata Silvia Chiassai sostenuta da Forza Italia e Lega Nord. Il Pd con Paolo Antonio Ricci non è andato oltre il 40%, consegnando Montevarchi al centrodestra. E pensare che la cittadina in provincia di Arezzo, di cui è originario il ministro per le Riforme, non è mai stata governata dal centrodestra. Per stabilire se si tratti o meno di un voto anche contro la Boschi meglio attendere il referendum costituzionale di ottobre. Il disastro dem in quello che era più di un fortino è, però, innegabile.

C’ERA UNA VOLTA …UNA TERRA ROSSA –Una disfatta in piena regola quella del Pd renziano in tutta la rossa Toscana, con cinque Comuni su sei persi al ballottaggio. Sconfitte anche a Grosseto, Sesto Fiorentino, Cascina e San Sepolcro. A suonare la carica è il governatore toscano, Enrico Rossi, pronto a rottamare Matteo Renzi: “Nel Pd c’è bisogno di un nuovo segretario e sarò io”. Senza dimenticare che di recente in Toscana sono state perse anche Arezzo e Livorno. Il terremoto rischia di travolgere una lunga lista di persone. In cima c’è Massimo Dindalini, segretario provinciale del partito ad Arezzo, che dopo la disfatta si è già detto pronto a rimettere il proprio mandato. La decisione finale arriverà da parte dell’Assemblea provinciale del partito nei prossimi giorni. Lo stesso Dindalini ha riconosciuto la distanza sempre più marcata tra il partito legato ai palazzi del potere e le reali esigenze della società.

SESTOGRAD – Le luci della disfatta toscana fanno ancora più rumore spostandoci alle porte di Firenze. A Sesto Fiorentino si è registrata la debacle regionale più significativa per il partito renziano. Proprio lì la precedente Giunta Biagiotti è caduta in anticipo, nel luglio 2015, sfiduciata dalla stessa maggioranza. Sullo sfondo la partita dell’ampliamento dell’aeroporto fiorentino di Peretola. La renzianissima Biagiotti sarebbe stata buttata giù dalla torre proprio perché favorevole all’ampliamento. Uno scalo tanto caro all’amico del premier, Marco Carrai, presidente della Toscana Aeroporti. Tornando al ballottaggio di domenica, si sono sfidati il candidato del Pd Lorenzo Zambini e quello di Sinistra Italiana Lorenzo Falchi. Ma andiamo ad analizzare nel dettaglio l’andamento del voto. Zambini che al primo turno aveva ottenuto il 32,56% non ha sfondato al ballottaggio arrivando al 34,54% dei voti. Discorso totalmente differente per il candidato della Sinistra Italiana che dal 27,40% ottenuto al primo turno è arrivato, addirittura, al 65,46%. Tenendo conto anche delle persone che si sono recate alle urne, Falchi ha raddoppiato i propri elettori: da 6.480 a 13.879. Chiaro segnale di schiaffo al Pd di Renzi, che a Sesto ci ha anche messo la faccia nel corso della campagna elettorale. Ma vincere a casa propria non sempre è possibile. D’altronde Silvio Berlusconi docet. Anche ad Arcore Forza Italia non ha sfondato. Con la conferma del Pd a casa del Cavaliere.