Morti di amianto alla Olivetti, chiesto il rinvio a giudizio per De Benedetti, Passera e Colaninno. In 33 rischiano il processo

Il 25 settembre era arrivata la chiusura delle indagini. E ora ecco la richiesta avanzata dalla procura di Ivrea per l’inchiesta sulle morti per amianto alla Olivetti. Dei 39 indagati è stato chiesto il rinvio a giudizio a ben 33, tra cui spiccano i nomi di Carlo De Benedetti, Corrado Passera e Roberto Colaninno. “Il vaglio fatto dalla Procura della Repubblica di Ivrea, alla luce delle memorie difensive presentate, non ha consentito di effettuare una richiesta di archiviazione se non per posizioni marginali”. Queste le parole del procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando a commento della richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai pm Laura Longo e Lorenzo Boscagli. I reati sono di quelli pesanti: si va dall’omicidio colposo alle lesioni colpose per i morti di amianto. Le indagini erano partite dopo la morte di quindici lavoratori che tra la fine degli anni ‘70 e ‘90 hanno lavorato alla Olivetti di San Bernardo, a Ivrea, nei reparti contaminati dal minerale cancerogeno e poi deceduti o ammalati di mesotelioma pleurico, il tipico tumore che colpisce chi ha passato lunghi periodi a stretto contatto con l’asbesto. Secondo la Procura di Ivrea nella fabbrica creata nel 1908 da Camillo Olivetti, che produceva macchine per scrivere famose in ogni parte del mondo, i lavoratori erano alle prese – appunto – con sostanze nocive e, per questo, si ammalarono fino a morire.

PEZZI DA 90
Tra i big raggiunti dalla richiesta di rinvio a giudizio, come detto, Carlo De Benedetti, interessato dall’indagine nella sua qualità di amministratore delegato e presidente dell’Olivetti dal 1978 al 1996. Il fratello Franco, invece, è stato amministratore delegato dal 1978 al 1989, vicepresidente dal 1989 al 1992 e consigliere di amministrazione fino al 1993; il figlio Rodolfo, ancora, consigliere di amministrazione dal 1990 al 1997; l’ex ministro Corrado Passera, invece, ha ricoperto l’incarico di consigliere di amministrazione dal 1990 al 1996 e amministratore delegato dal 1992 al 1996. Colaninno, invece, è stato amministratore delegato a partire dal 1996. Carlo De Benedetti, l’unico insieme al fratello Franco, a presentare una memoria difensiva, prontamente si è difeso. “Preso atto della richiesta di rinvio a giudizio – si legge in una nota – l’Ingegner Carlo De Benedetti insiste nel ribadire la propria estraneità ai fatti contestati e ha fiducia che di fronte al giudice per l’udienza preliminare possano essere chiariti i singoli ruoli e le specifiche funzioni svolte all’interno dell’articolato assetto aziendale di Olivetti”. De Benedetti avrebbe, si legge, “prestato la massima attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori”.

IL PRECEDENTE
Sull’inchiesta pesa come un macigno una sentenza della Corte d’appello di Torino (novembre 2013). I giudici, pronunciandosi sul caso dell’ex operaia Lucia Delaurenti, scrissero che il male che la uccise era legato al talco respirato fra il ‘72 e il ‘76, e condannarono a sei mesi l’allora Ad, Ottorino Beltrame.