Mosca e Kiev tornano a parlarsi, ma senza Putin e Zelensky i negoziati in Turchia sono destinati al fallimento

Mosca e Kiev tornano a parlarsi, ma senza Putin e Zelensky i negoziati in Turchia sono destinati al fallimento

Mosca e Kiev tornano a parlarsi, ma senza Putin e Zelensky i negoziati in Turchia sono destinati al fallimento

Sono iniziati questa mattina e stanno proseguendo a oltranza i negoziati tra Mosca e Kiev a Istanbul, in Turchia. L’incontro tra le delegazioni dei due Paesi è cominciato verso le 12, con un’ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia annunciata in mattinata, e non si è ancora concluso, anche se, poco alla volta, stanno emergendo alcune indiscrezioni. Come facilmente intuibile dall’assenza di Vladimir Putin e di Volodymyr Zelensky, si tratta di un primo incontro non destinato a concludersi con un accordo. Questo, però, non significa che si tratti di un vertice inutile, poiché ha permesso ai due Paesi di tornare a sedersi al tavolo delle trattative dopo la brusca interruzione dei negoziati avvenuta nel 2022.

Mosca e Kiev tornano a parlarsi, ma senza Putin e Zelensky i negoziati in Turchia sono destinati al fallimento

Stando a quanto riferito dal capo dell’ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak, la delegazione di Kiev ha le idee chiare su ciò che intende ottenere da questa trattativa.
La priorità dell’Ucraina, spiega il fedelissimo di Zelensky, è raggiungere un “cessate il fuoco incondizionato”, così da avviare “trattative serie” per porre fine alla guerra.
Il problema, secondo l’amministrazione di Kiev, è che la Russia non sembra affatto disposta ad accettare questa condizione, come dimostra il fatto che “Putin ha inviato a Istanbul funzionari che non hanno alcun potere decisionale”.

Poi, nell’evidente tentativo di fare pressioni su Mosca, ha aggiunto che “se al contrario hanno una qualche autorità, l’unico modo per dimostrarlo è accettare di compiere passi reali, in particolare un cessate il fuoco”. Ma non è tutto. Secondo quanto riportato da France Presse, l’Ucraina in queste ore starebbe insistendo con forza affinché venga preparato “un incontro diretto tra il presidente Volodymyr Zelensky e il suo omologo russo Vladimir Putin”.

Parole a cui ha risposto a distanza, durante una pausa nei colloqui, Vladimir Medinsky, capo della delegazione russa, secondo cui “la Russia è pronta a riprendere il processo di negoziazione” ed è aperta “a possibili compromessi”. Quali siano, però, resta un mistero. L’unica certezza, per ora, è che — secondo quanto trapela — il Cremlino avrebbe preso tempo, giudicando “prematuro” discutere di un possibile vertice tra i due leader.

Le reazioni al vertice in Turchia

Mentre la diplomazia muove i primi passi, la Nato e l’Ue criticano duramente la decisione del presidente russo di non partecipare agli incontri in Turchia.
Secondo quanto dichiarato da Ursula von der Leyen, “Putin prima ha chiesto un cessate il fuoco attorno all’anniversario del 9 maggio, ma non lo ha mai rispettato. Poi l’Ucraina ha chiesto un cessate il fuoco di 30 giorni, pieno e incondizionato, che Putin ha respinto, e infine ha offerto un incontro in Turchia. Ma Putin non si è mai presentato. Questo dimostra che Putin non vuole la pace”.

Dura anche la reazione del segretario generale della Nato, Mark Rutte, secondo cui “Putin deve essere serio” nei confronti dei negoziati di pace, perché “è stato un errore inviare una delegazione di basso livello”.