Avrebbe utilizzato indebitamente una motovedetta della Guardia di Finanza per raggiungere Capri, dove ha partecipato a un convegno organizzato dalla Corte di Cassazione. Ancora bufera sul capo di gabinetto del ministro Carlo Nordio, Giusi Bartolozzi, già al centro delle cronache perché indagata per false dichiarazioni ai pubblici ministeri nel caso del generale libico Almasri.
Un nuovo caso sul quale il deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli ha annunciato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma e alla Procura Generale della Corte dei Conti, “affinché venga verificato se sia stato commesso il reato di peculato e se vi sia stato un danno erariale”.
Tutti in aliscafo tranne Bartolozzi e consorte
Per raccontare questo ennesimo episodio rivelato da Domani, bisogna tornare al 4 ottobre scorso, quando il gota dell’universo giudiziario italiano si è recato nell’isola per partecipare al convegno annuale sulla digitalizzazione della Giustizia. Tra questi, magistrati sotto scorta, il Viceministro della Giustizia Francesco Sisto e il Capo dell’Ufficio legislativo di via Arenula, Antonio Mura, tutti giunti rigorosamente a Capri in aliscafo. Lei, Bartolozzi insieme al marito, invece, sono sbarcati,secondo la ricostruzione del quotidiano, da un mezzo della Finanza. Una prerogativa riservata solo ai ministri in missione. Quindi non ai loro capi di gabinetto.
Perché non regge la giustificazione del ministero?
A polemica scoppiata, il ministero ha fatto sapere che l’utilizzo del mezzo da parte di Bartolozzi era stato determinato dall’urgenza, poiché Bartolozzi aveva dovuto sostituire Nordio al congresso all’ultimo minuto. Una toppa peggio del buco, visto che tra i relatori del convegno figurava proprio il marito dell’alta funzionaria… Inoltre, da quanto risulta, Bartolozzi non sarebbe neanche intervenuta al convegno.
Bonelli all’attacco
“Chiedo alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, come possa tollerare che il Capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia — di fatto il vero Ministro della Giustizia — utilizzi una motovedetta della Guardia di Finanza per recarsi a un convegno sulla giustizia a Capri, insieme al marito Gaetano Armao, relatore in quel convegno”, ha dichiarato ieri Bonelli, “Distogliere da funzioni di servizio e di controllo una motovedetta della Guardia di Finanza per accompagnare il Capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia e suo marito a un convegno — quando avrebbero potuto utilizzare un traghetto come ha fatto l’intera delegazione ministeriale — è un fatto grave, che chiama in causa la Presidente Meloni, la quale rimane in silenzio di fronte a questo uso spregiudicato e arrogante di mezzi dello Stato”.
“Un comportamento che ricorda da vicino anche lo scandalo del caso Almasri. Mi aspettavo che in questi giorni la Premier intervenisse, invece nulla: solo silenzio”, ha aggiunto Bonelli, “Per questo motivo presenterò un esposto alla Procura della Repubblica di Roma e alla Procura Generale della Corte dei Conti”.
Il Pd chiede che Nordio riferisca in aula
Sulla vicenda è intervenuto anche il Partito democratico, che per bocca della responsabile nazionale giustizia, Debora Serracchiani, ha promosso un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia. L’interrogazione sottolinea che “non risulterebbero sussistenti le condizioni di sicurezza o di emergenza tali da giustificare l’impiego di una motovedetta militare” e segnala che il Codice dell’ordinamento militare riserva l’uso dei mezzi militari “a finalità istituzionali, di servizio o di sicurezza personale di alte cariche dello Stato, previa specifica autorizzazione ministeriale”. “La vicenda, se confermata – scrivono i democratici – solleva questioni di rilievo disciplinare e amministrativo, anche in relazione all’impiego di risorse pubbliche”.
Casu: “Bartolozzi ministro ombra, deve dimettersi”
Ma i democratici si sono spinti oltre, chiedendo le dimissioni di Bartolozzi. Il dem Andrea Casu, ricorda che “la stessa Bartolozzi risulta indagata per false dichiarazioni nell’ambito del caso Almasri, e che già la scorsa settimana la collega Serracchiani aveva denunciato in Aula l’anomalia di una “ministra ombra” con una propria segreteria e un potere crescente dentro via Arenula. A questo punto – sottolinea – non basta più il silenzio imbarazzato o le mezze verità: serve fare piena chiarezza”. “In attesa che venga fatta piena luce su tutti gli aspetti di questa vicenda il ministro Nordio e la presidente Meloni – conclude Casu – devono assumersi le proprie responsabilità politiche. Non possono più far finta di nulla: in un Paese serio, non possono esserci due ministri della giustizia, le dimissioni della Bartolozzi sono un atto dovuto non più rinviabile”.