Movida fai da te regione per regione. Discoteche aperte in ordine sparso. Restrizioni in Emilia e Veneto, chiusura totale in Calabria. Ma il Governo avverte: da Roma nessuna autorizzazione

Uno striminzito compromesso: mascherine obbligatorie se non c’è la distanza e numeri contingentati per i locali e le discoteche. È questo l’accordo raggiunto tra Governo e Regioni per oggi per limitare il numero dei contagi da coronavirus. Le discoteche al chiuso rimangono vietate, sulla carta. Anzi sull’ultimo Dpcm, dove, però si specificava il libero arbitrio in totale autonomia, delle Regioni. Nelle discoteche all’aperto – queste, invece, autorizzate – ci saranno misure più rigide. Senza escludere che dopo il 20 agosto potrebbero scattare nuove ulteriori chiusure. Siamo un po’ lontani, dunque, dalla stretta su discoteche e locali notturni di cui si è parlato nelle ultime ore.

“Per il Governo – ribadiscono i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza – la linea non cambia, noi non abbiamo autorizzato. Le autorizzazioni sono possibili su base regionale in relazione alla condizione epidemiologica. E bisogna stare attenti perché i contagi stanno aumentando”. In altre parole: Regioni, vedetevela voi. Ma in uno scenario in cui ognuno si regola in maniera autonoma, a fronte dei dati delle ultime 48 ore e del report dell’Istituto Superiore della Sanità (ISS) che ha evidenziato la nascita di oltre 900 focolai solo nella prima settimana di agosto, il Veneto e l’Emilia Romagna, guidate rispettivamente da Luca Zaia e Stefano Bonaccini, si sono già date da fare con ordinanze che vanno in direzione di un contenimento reale della movida.

Sono stati, infatti, i primi a muoversi, dopo la chiusura totale imposta dalla Calabria già giovedì. Mentre un’ordinanza della regione Puglia, due giorni fa, aveva imposto la mascherina nel caso non fosse possibile mantenere due metri di distanza in pista e l’obbligo per i gestori di installare dispenser con gel igienizzante, anche a fronte dell’allarme lanciato dal virologo responsabile dell’emergenza epidemiologica della Regione, Pier Luigi Lopalco: “L’aumento dei casi recenti ha chiaramente un andamento completamente diverso da quello registrato a fine febbraio. Il virus è cambiato? L’estate ci aiuta? Non penso. Credo invece che i casi registrati tra luglio e agosto rappresentino l’innesco di una seconda ondata. Lo stesso innesco che a febbraio, semplicemente, non abbiamo rilevato e che poi ha provocato la grande ondata”.

Anche l’Emilia Romagna non ha intenzione di commettere leggerezze: “Vogliamo evitare comportamenti che permettano al contagio di rialzare la testa. Per questo è necessario rafforzare prevenzione e controlli”, ha detto Bonaccini motivando la nuova ordinanza sull’attività delle discoteche in regione. “è utile anche per evitare che divertimento e svago possano lasciare spazio ad atteggiamenti irresponsabili che possano vanificare il lavoro di questi mesi. A tutela dei giovani stessi, ragazzi e ragazze, che devono sapere di non essere immuni o al riparo dal virus”.

L’Emilia Romagna ha disposto anche la eventuale chiusura immediata del locale non appena accertate le infrazioni. Stessa posizione assunta dal Veneto. “È una misura presa contro il rischio che il virus torni a fare la voce grossa – sottolinea Zaia – Non possiamo vanificare i risultati raggiunti grazie all’impegno e lo sforzo di tutti. Mi rivolgo soprattutto ai giovani che nei giorni del lockdown e fino ad oggi sono stati un vero modello di responsabilità e consapevolezza della situazione. Invito loro e tutti gli altri appassionati a pazientare ancora, aderendo alle indicazioni che vengono date e continuando ad avere comportamenti coerenti con la situazione”.

Salgono i contagi, mai così tanti dal 24 giugno

Il peggior dato da fine giugno: 574 nuovi casi, 41 in più rispetto a giovedì. Un numero così alto di positivi non veniva raggiunto dal 24 giugno, quando se ne contarono 577. In leggero calo, invece, i morti: sono 3, contro i sei di giovedì. è quanto emerge dal bollettino del ministero della Salute Iss. La regione nella quale si sono registrati più casi, ben 127, è il Veneto, 97 in Lombardia, 57 in Emilia Romagna, 45 nel Lazio e 44 in Campania. Le regioni che, invece, non hanno registrato ulteriori nuovi contagi nelle ultime 24 ore sono solo due: Valle d’Aosta e Molise. Il totale dei casi registrati tra giovedì e venerdì, tra l’altro, potrebbe essere inferiore rispetto al numero reale poiché il Piemonte ha puntualizzato che i casi comunicati risentono di un guasto al sistema tecnico di raccolta che potrebbe aver provocato una sottostima del dato regionale.

Gli attualmente positivi sono, invece, 14.249 (168 in più) mentre il totale dei guariti è di 203.326 (403 in più). In isolamento domiciliare ci sono 13.422 persone. In leggero calo il numero dei pazienti ospedalizzati: in 771 si trovano in reparti Covid, quindici in meno rispetto a giovedì. Di questi 56 sono assistiti in terapia intensiva, uno in più rispetto alle 24 ore precedenti. C’è da dire, poi, che nelle ultime 24 ore in Italia sono stati effettuati 46.723 tamponi, 4465 meno di ieri. Nonostante la diminuzione dei tamponi si registra, però, l’incremento dei nuovi casi di positività.