Nascite ai minimi, i dati del report Istat aggiornato al 2022

Il report Istat rivela: le nascite sono ai minimi. L’immigrazione torna ai livelli pre-Covid ma anche le donne straniere non fanno figli.

Nascite ai minimi, i dati del report Istat aggiornato al 2022

La situazione è sempre più nera in materia di natalità: in Italia, secondo il report recentemente diffuso dall’Istat che riporta i dati aggiornati al 2022, le nascite sono ai minimi e, nonostante la ripresa dell’immigrazione, la popolazione è in calo e risulta essere sempre più vecchia.

Natalità in caduta libera, il report dell’Istat rivela: le nascite sono ai minimi

Che la natalità sia in caduta libera da tempo non è una novità. Il trend in picchiata è stato, infatti, confermato anche dai dati Istat aggiornati relativi al 2022 che hanno rivelato che, al 31 dicembre, in Italia sono stati registrati 179 mila residenti in meno rispetto all’inizio dello stesso. L’Istituto, inoltre, ha sottolineato che il saldo naturale “è fortemente negativo”.

I dati Istat hanno restituito un quadro allarmante segnalando che, per la prima volta dall’Unità d’Italia, il numero dei nuovi nati si è attestato sotto le 400 mila nascite – 392.598 – mentre i cittadini deceduti sono stati 713 mila. Fatta eccezione per il 2020 devastato e condizionato dagli effetti della pandemia, il 2022 segna un nuovo record in negativo dal secondo dopoguerra al nuovo millennio.

Alla luce di quanto segnalato dall’Istat nel report diffuso lo scorso 20 marzo, la popolazione che risiede in Italia è pari a 58.859.717 unità. Il dato è stato calcolato al 31 dicembre 2022 e presenta una flessione pari a -0,3% ossia -179.416 unità rispetto alla stessa data del 2021.

Il trend è meno evidente in Italia centrosettentrionale: il calo della popolazione è a -0,1% al Nord e -0,3% al Centro, in miglioramento rispetto a -0,4% e -0,5% del 2021. La situazione appare nettamente peggiore al Sud dove il -0,2% del 2021 è schizzato a -0,6% nel 2022. I dati più preoccupanti sono stati registrati in Campania e in Sicilia che avevano “colmato la perdita subita nel 2020 (rispettivamente il -1,5% e il -0,9%) nel corso del 2021” per poi crollare nuovamente.

Tra i fattori che hanno maggiormente inciso sul calo delle nascite nel Mezzogiorno, secondo l’Istat, ci sarebbe soprattutto la dinamica naturale. “Dal 2008, anno in cui si è registrato il valore massimo relativo di nascite degli ultimi 20 anni, l’Italia ha perso la capacità di crescita per effetto del bilancio naturale, non rimpiazzando a sufficienza chi muore con chi nasce”, ha spiegato l’Istituto.

Per il report, se negli ultimi tre anni la Penisola ha perso 957 mila abitanti circa, la responsabilità è da imputare agli effetti della pandemia che, nei primi tre mesi del 2022, ha portato una perdita di 105 mila abitanti ossia il 32,7% del saldo naturale dell’anno. Molti, poi, i morti per il caldo. “L’eccesso di mortalità registrata nel mese di luglio provoca un aumento del 58,3% del deficit naturale rispetto allo stesso mese del 2021”, si legge nel report.

L’immigrazione torna ai livelli pre-Covid ma anche le donne straniere non fanno figli

A fronte del crollo delle nascite, l’immigrazione in Italia segna una lieve ripresa dopo lo stop imposto dalla pandemia Covid. In questo contesto, sono state registrate 361 mila nuove iscrizioni all’anagrafe mentre sono state circa 132 mila le cancellazioni per espatrio. I +229 mila residenti nel Paese, tuttavia, non riescono a sanare il problema relativo al deficit della natalità. Problema che non riguarda solo la Penisola ma l’Europa intera. Il Vecchio Continente, infatti, è l’unico che mostra segno negativo nelle proiezioni demografiche delle Nazioni Unite. In particolare, nel caso dell’Italia, è stato stimato che nel 2070 si registrerà un calo della popolazione corrispondente al 10,8%.

In materia di immigrazione, il report dell’Istat ha rivelato che anche le cittadine straniere giunte in Italia hanno fatto registrare un calo delle nascite. “Le boomers straniere, le cittadine straniere residenti che finora hanno parzialmente riempito i ‘vuoti’ di popolazione femminile ravvisabili nella struttura per età delle donne italiane, stanno a loro volta invecchiando”, ha segnalato l’Istituto.

La popolazione italiana, quindi, non solo sta diminuendo ma sta anche rapidamente invecchiando. Un’osservazione analoga riguarda anche le madri: le donne italiane in età feconda sono sempre di meno mentre l’età media per il primo figlio è salita, attestandosi a 31,6 anni. La tendenza è condivisa dalle donne straniere il cui tasso di fecondità è passato da 2,53 figli del 2008 a 1,87 figli nel 2021. Analogo, poi, l’aumento dell’età media al parto: dai 27,5 anni del 2008 ai 29,7 anni del 2021.

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