Negazionista e senza laurea all’Arpa, lite su Lo Palo

Negazionista e senza laurea all’Arpa, lite su Lo Palo

I consiglieri delle forze di opposizione hanno sollevato ieri in Consiglio regionale cartelli con scritto “Lo Palo dimissioni” e “Basta negazionismo climatico”, per protestare non solo contro il fatto che a due settimane dall’approvazione della mozione di sfiducia (passata con 37 voti a favore e 36 contrari) contro la presidente di Arpa Lombardia la giunta Fontana non abbia ancora preso decisioni conseguenti, ma anche che non si sia degnata di rispondere alla richiesta di riferire in Aula rispetto allo stesso tema.

I consiglieri delle forze di opposizione hanno sollevato ieri in Consiglio regionale cartelli con scritto “Lo Palo dimissioni”

La mozione, che aveva come primo firmatario il capogruppo del Partito democratico Pierfrancesco Majorino, chiedeva le dimissioni di Lucia Lo Palo in seguito a sue dichiarazioni pubbliche che negavano espressamente che le attività umane potessero essere causa della crisi climatica in corso. Dopo questa protesta il presidente del Consiglio regionale ha sospeso la seduta. “È incredibile il totale silenzio della giunta su Lo Palo e sulla mozione approvata due settimane fa”, commenta Majorino, “ed è anche incredibile che non solo l’opposizione, ma tutto il Consiglio venga ignorato da Fontana senza che nulla accada. Lo Palo ha negato le responsabilità umane nella crisi climatica che stiamo vivendo, non può presiedere l’agenzia regionale per l’ambiente della Lombardia”.

M5S e Pd contro Fontana al Pirellone: ignorata la mozione di sfiducia

Gli fa eco il capogruppo M5S, Nicola Di Marco: “è ancora più grave che la maggioranza, implosa sul voto in merito alla richiesta di dimissioni della signora Lo Palo dalla Presidenza di Arpa, cerchi di nascondere i cocci della rottura sotto il tappeto, silenziando il tema. Il Presidente Fontana fugge dal confronto, mentre FdI si ostina con arroganza a difendere l’indifendibile. A mantenere ancora la signora Lo Palo incollata alla poltrona è solo l’esigenza del centrodestra di non spaccarsi su una nomina, in vista della prossima spartizione di poltrone che riguarderà la sanità”.