Nel Centrodestra è resa dei conti sull’Autonomia

Vertice con la Casellati per provare a superare i veti incrociati. Ma la verità è che a chiedere l’Autonomia è solo la Lega.

Nel Centrodestra è resa dei conti sull’Autonomia

La vuole solo la Lega. La verità è che a chiedere l’Autonomia differenziata è solo il Carroccio. Matteo Salvini la deve ai suoi governatori. Gliel’ha promessa e non passa giorno che i vari Zaia non glielo ricordino. Ma ora la riforma, che circa 200 comuni del Sud vedono come la secessione dei ricchi, rischia di diventare la pietra d’inciampo, peraltro non la sola, della maggioranza.

Vertice con la Casellati per provare a superare i veti incrociati. Ma la verità è che a chiedere l’Autonomia è solo la Lega

Gli alleati di Salvini frenano, preoccupati di perdere consenso al Sud. La bozza di riforma presentata dal ministro leghista Roberto Calderoli non li convince affatto. Non è un caso che mentre il leader del Carroccio si dice “sicuro che dopo 30 anni di battaglie, grazie a un centrodestra serio e compatto al governo e alla presenza importante della Lega, l’Autonomia sarà realtà entro il 2023”, la premier Giorgia Meloni, leader di FdI, nelle stesse ore citi il presidenzialismo, vale a dire la riforma che le sta a cuore, ma sorvola su quella su cui scommette la Lega.

Idem Silvio Berlusconi. Ieri il leader di Forza Italia, mettendo da parte i malumori provocati dalle decisioni del governo sul caro-benzina, ha citato solo il presidenzialismo. Che – ha detto – “è una riforma nella quale crediamo profondamente, in Italia come in Europa, secondo il modello degli Stati Uniti, che unisce il massimo della forza e dell’autorevolezza al governo federale, nelle materie di sua competenza, come la politica estera e militare, e il massimo dell’autonomia su tutto il resto riconosciuta ai singoli Stati e alle altre realtà locali”.

Per concludere che “in questa legislatura vi sono le condizioni per realizzare finalmente una riforma che tornerà ad avvicinare i cittadini alle istituzioni”. Sull’Autonomia nemmeno una parola. Anzi c’è il vicepremier, l’azzurro Antonio Tajani, che ribadisce i dubbi del partito. Sulla riforma cara alla Lega, dice Tajani, “non è una corsa contro il tempo quella che dobbiamo fare, bensì una riforma fatta bene. Bisogna lavorare, come Costituzione prevede, perché tutti abbiano le stesse possibilità di sviluppo, assistenza, protezione, benessere. Il Nord ma anche il Sud”.

FdI continua a temporeggiare. Il capogruppo del partito alla Camera, Tommaso Foti, in un’intervista a Il Messaggero rilancia le parole dell’ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, che sulla riforma leghista ha detto che “la fretta può essere cattiva consigliera”. Foti parla di tempi politici e tecnici da rispettare, che ci sono 5 anni a disposizione e che il governo ha intenzione di utilizzarli tutti per le riforme. Insomma “la gatta frettolosa fa i gattini ciechi”.

Parole che vanno in direzione diametralmente opposta a quelle pronunciate da Salvini che vuole chiudere entro quest’anno. Ecco allora che l’incontro che si è tenuto oggi tra la ministra Maria Elisabetta Alberti Casellati, Calderoli e i capigruppo della Lega.

“Proseguono gli incontri sul presidenzialismo – ha detto questa mattina Casellati -: oggi con la Lega, domani vedrò Noi moderati e giovedì inizio con le opposizioni incontrando Azione-Italia viva. La prossima settimana, probabilmente lunedì, vedrò i componenti dei 5 Stelle e domani devo mettermi d’accordo con il Partito democratico. Mi auguro di terminare questo giro di ascolto entro la fine di gennaio”.

E alla domanda su come proseguirà il percorso e se ci sarà un’iniziativa parlamentare o del governo, Casellati ha risposto: “Intanto finiamo il giro di ascolto. Poi faremo una riflessione e poi vi dirò come va il prosieguo dei nostri lavori”.

Molinari: “l’Autonomia viene prima anche perché ha un iter legislativo più semplice della riforma del presidenzialismo”

“La riforma del presidenzialismo e quella sull’autonomia vanno di pari passo perché sono entrambe nel programma di Centrodestra, ma per noi l’autonomia viene prima anche perché ha un iter legislativo più semplice” ha detto il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, al termine dell’incontro con il ministro per le Riforme istituzionali Casellati.