Nel Pd adesso è psicodramma. I veri nemici sono all’interno. Orfini durissimo: siamo tornati ai processi nelle piazze

Alla fine si è arrivati al classico psicodramma. Dopo la pubblicazione dell’elenco dei 17 impresentabili, con il colpo di scena del nome di Vincenzo De Luca, nel Pd è tutti contro tutti. E monta un sospetto di non poco conto: qualcuno ha utilizzato la Commissione Antimafia per cercare di orientare un 4 a 3 nelle imminenti elezioni regionali. Punteggio che, se davvero si realizzasse, per quanto favorevole al Pd metterebbe in netta crisi Matteo Renzi. E minaccerebbe la tenuta del suo Governo. A dare fuoco alle polveri, ieri mattina, era stato per primo il deputato Pd Ernesto Carbone, renziano doc, secondo il quale “la Bindi sta violando la Costituzione, allucinante che si pieghi la commissione Antimafia a vendette interne di corrente partitica”.

LA REPLICA
Immediata la replica di Bindi: “Non mi abbasso a rispondere a Carbone”. E, ribattendo alle accuse: “Autoreferenziali? Saremmo inadempienti se non facessimo questo lavoro. È nella legge istitutiva della Commissione antimafia indagare sui rapporti tra mafia e politica e vagliare la qualità della classe dirigente. Se non avessimo fatto niente ci avrebbero accusato lo stesso, ma questo lavoro non è autoreferenziale”. Durissimo, naturalmente, anche De Luca, il quale non è andato per il sottile: “Denuncio Rosy Bindi per diffamazione e la sfido a un pubblico dibattito per sbugiardarla”. Più tardi il candidato Governatore ha attaccato: “È evidente che c’è un uso strumentale della mia persona, l’aggressione vera è al segretario del partito Matteo Renzi”. E ha l’obiettivo di “mettere in difficoltà il governo nazionale”. Insomma, eccoci al punto vero, al sospetto che ieri ha scatenato il caos. Per il leader di Ncd, Angelino Alfano, quelle andate in scena sono “dichiarazioni di una ferocia senza precedenti dentro uno stesso partito. La polemica sugli impresentabili è tutta interna al Pd”. Secondo il responsabile giustizia dei Democratici, David Ermini, “il Pd rimarrà unito e non si farà danneggiare dai rancori personali. La Bindi ha raggiunto il suo obiettivo: un lavoro fatto male e gestito peggio che entra a piedi uniti nella competizione elettorale”. Pesano anche le parole del presidente dei dem Matteo Orfini: “Come noto non ho mai avuto un buon rapporto con De Luca. Ciononostante, quello che sta accadendo in queste ore è davvero incredibile.

L’AFFONDO
Secondo Orfini “l’iniziativa della presidente della commissione Antimafia è incredibile istituzionalmente, giuridicamente, ma anche culturalmente, perchè ci riporta indietro di secoli, quando i processi si facevano nelle piazze aizzando la folla”. L’ex segretario Pier Luigi Bersani definisce “sconcertante” l’intera vicenda: “Vedo che adesso qualcuno dà la colpa all’Antimafia, è questo è il paradosso più grande. L’Antimafia sta applicando un codice che abbiamo approvato tutti in Parlamento”.

Tutti contro anche dentro la Commissione

All’interno della Commissione Antimafia alcuni membri ieri si sono smarcati dalla presidente. È il caso del segretario Marco Di Lello, presidente dei deputati socialisti, secondo il quale “a differenza di quanto riferito in conferenza stampa è giusto sottolineare come né all’ufficio di Presidenza, né alla Commissione plenaria sia stato consentito di fare alcun tipo di valutazione sulla lista dei nomi resi noti oggi dalla Presidente Bindi”. In serata semimarcia indietro dell’ufficio di presidenza: “Si ribadisce che l’ufficio di Presidenza, allargato ai capigruppo, ha sempre condiviso tutte le procedure nelle diverse fasi del percorso”.