Nervi tesi con Unicredit, Giorgetti entra a gamba tesa

Nervi tesi tra Giorgetti e Unicredit sulla scalata a Banco Bpm. Il governo entra di nuovo a gamba tesa nel risiko bancario.

Nervi tesi con Unicredit, Giorgetti entra a gamba tesa

Fanno quello che vogliono. Era difficile dirlo con più freddezza. Le parole del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, indicano rapporti sempre più tesi tra il governo e Unicredit. Non una novità, considerando che il Mef sembra aver preso chiaramente posizione nel risiko bancario. A favore di un terzo polo costituito da Mps e Mediobanca e con tanti dubbi verso la tentata scalata di Unicredit su Banco Bpm. Giorgetti risponde ai cronisti che gli chiedono un commento sull’ipotesi che Unicredit abbandoni l’ops su Banco Bpm: “Fanno quello che vogliono”, è la replica seccata del ministro. E quando gli viene chiesto se il governo è soddisfatto, la risposta è semplicemente “no”.

Unicredit, la solita freddezza del governo

D’altronde quell’offerta all’esecutivo non è mai piaciuta per un semplice motivo: ha rischiato di mandare all’aria i progetti delle destre per un terzo polo bancario a guida Mps. La banca senese ha ripiegato su Mediobanca, mentre l’operazione di Unicredit è proseguita. Con rapporti sempre più tesi con il governo, fino alla decisione di Palazzo Chigi di esercitare il golden power ponendo rilevanti paletti all’operazione. L’ops è stata avviata il 28 aprile e si chiuderà a giugno. Unicredit ha già fatto sapere che attende un chiarimento dal governo prima di prendere una decisione definitiva. Intanto Banco Bpm ha, a sua volta, chiesto all’istituto di Gae Aulenti chiarezza sulle proprie intenzioni. Le opzioni sono due, per dirla come il presidente Massimo Tononi: “Rinunciare alle condizioni oppure rinunciare all’offerta”.

Risiko bancario, le aperture di Mediolanum

C’è poi l’altra partita del risiko bancario, quella che si è aperta negli ultimi giorni con l’offerta pubblica di scambio di Mediobanca su Banca Generali. A intervenire ieri è stato Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, che parla di una “bella operazione per Piazzetta Cuccia”. “La via del rafforzamento nel wealth management era tracciata da tempo e farlo con questa ops è assolutamente sensato”, secondo Doris. E il gruppo Mediolanum è pienamente in partita detenendo il 3,49% di Mediobanca, a cui aggiungere uno 0,96% detenuto dalla famiglia Doris con l’holding Finprog Italia. Doris spiega che ora bisognerà discutere per valutare se accettare o meno l’ops di Mps su Piazzetta Cuccia, ma fermo restando che l’ipotesi più probabile è di “rimanere soci anche se nascerà un concorrente importante”. Le questioni sono tutte intrecciate e le posizioni ancora da definire, soprattutto sul fronte delle diverse offerte. L’unica certezza è che il governo, ovvero chi meno di tutti dovrebbe entrare in partita, la sua posizione l’ha già presa.