Nicola Morra (Antimafia): “I voti dei clan sono da evitare, ma c’è chi brama per averli”

Per il presidente dell’Antimafia Nicola Morra il problema vero è che tutti accettano presunte vicinanze pur di vincere le elezioni

Nicola Morra (Antimafia): “I voti dei clan sono da evitare, ma c’è chi brama per averli”

Un patto politico-elettorale tra un candidato di Forza Italia e uomini vicinissimi a Totò Riina. È l’accusa di un’indagine flash, aperta e chiusa nel giro di un mese, della procura di Palermo che ha portato all’arresto di Pietro Polizzi, aspirante consigliere comunale del partito di Silvio Berlusconi, e Agostino Sansone, fratello di Gaetano, proprietario del complesso di via Bernini in cui Riina passò gli ultimi mesi prima dell’arresto nel 1993. L’ombra di Cosa Nostra si allunga quindi sulle urne del capoluogo siciliano. E tutto questo poche ore dopo la denuncia di Nicola Morra, ex senatore del Movimento cinque stelle oggi nel Gruppo Misto e presidente della Commissione Antimafia: “Sono state consegnate in tempo utile per il lavoro preventivo di controllo zero liste. E dobbiamo esaminare 19782 nominativi di candidati: per questo procediamo con difficoltà”, aveva detto solo due giorni fa con un lungo videomessaggio.

Parole che oggi sembrano quasi premonitrici. L’inchiesta di Palermo in effetti accende una luce inquietante sulle elezioni comunali. C’è da preoccuparsi?
Tutti dovremmo essere preoccupati. Inizia a preoccuparsi soltanto adesso chi forse era nel mondo delle fiabe o delle favole.

Lei, come detto, solo poche ore prima aveva lanciato un allarme non di poco conto. Il non aver consegnato le liste in tempi utili è semplice distrazione, secondo lei?
Diciamo così: o difetto di intelligenza o difetto di volontà.

Considerando che domenica si vota, secondo lei è impossibile scovare eventuali impresentabili?
Sarebbe il caso che ogni partito non candidasse o ritiri “impresentabili” nel significato frutto soprattutto degli insegnamenti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che hanno combattuto veramente le mafie. Pur tuttavia se noi ci atteniamo esclusivamente ai criteri del codice poniamo delle limitazioni giuste.

Che i partiti a quanto pare non sempre seguono…

Purtroppo dobbiamo constatare che i soggetti politici pensano sempre di più a raccogliere e cercare voti piuttosto che a qualificare l’origine dei voti che cercano di ottenere.

A questo punto quanta possibilità c’è che vengano eletti magari dei condannati?
Il punto non è dei condannati o meno.

Cioè?
Il punto è che con tutta probabilità verranno eletti soggetti che non erigeranno il muro nei confronti di certi mondi, certi ambienti, certi interessi.

Non reputa obiettivamente paradossale che anche dopo il suo appello o a maggior ragione dopo l’inchiesta palermitana i partiti di destra siamo rimasti silenti?
È emerso che il candidato in questione (Pietro Polizzi, ndr) nel 2017 era presente in una lista di supporto al sindaco Leoluca Orlando Cascio. Pertanto se oggi l’accusa va rivolta a Forza Italia, qualora dovesse emergere questo comportamento anche in precedenza, simile accusa si dovrebbe rivolgere anche nei confronti di altri.

E dunque come se ne esce?
Il problema è il trasversalismo. Il problema è che tutti quanti finiscono con l’accettare determinate collusioni, determinate frequentazioni, determinate vicinanze pur di prender voti. Certi voti bisognerebbe tenerseli lontani il più possibile.