Ucraina, i filorussi se ne infischiano di Putin

Ancora tensione in Ucraina.
Sexcondo l’Ansa Si terrà come previsto domenica 11 maggio il referendum separatista indetto dai filorussi nell’Ucraina orientale. Lo hanno reso noto gli stessi separatisti. Ieri Putin aveva chiesto un rinvio del voto per favorire il dialogo con Kiev.

L’operazione militare nel sud-est dell’Ucraina proseguirà indipendentemente dalla decisione dei secessionisti filorussi sul possibile rinvio del referendum autonomista dell’11 maggio: lo ha detto il segretario del consiglio per la sicurezza nazionale per la difesa dell’Ucraina, Andrii Parubi.

Il leader del Cremlino Vladimir Putin ha presieduto nella tarda serata di mercoledì una riunione urgente del consiglio di sicurezza nazionale russo sulla crisi ucraina, dopo il suo incontro al Cremlino con il presidente di turno dell’Osce, Didier Burkhalter, e la propria proposta ai secessionisti filorussi del sud-est ucraino di rinviare il loro referendum indipendentista dell’11 maggio per avviare un dialogo con Kiev. Lo rende noto giovedì il suo portavoce Dmitri Peskov.

Anche il presidente ad interim ucraino Oleksandr Turcinov, come pure mercoledì il premier Arseni Iatseniuk, respinge l’ipotesi di negoziati con i secessionisti filorussi del sud-est del paese. “Siamo pronti a discutere con i rappresentanti delle amministrazioni locali, con gli attivisti pubblici e gli imprenditori delle regioni di Donetsk e Lugansk, ma gli Stati civilizzati normalmente non parlano con criminali armati con mani sporche di sangue”.

Le presidenziali ucraine del 25 maggio possono essere legittime solo se Kiev ferma l’operazione militare nel sud-est e lancia un dialogo nazionale: lo ha detto giovedì Dmitri Peskov, portavoce di Putin. ”Come ha detto ieri (mercoledì 7) il presidente Putin, l’elezione e’ un passo nella direzione giusta, ma puo’ essere legittima solo se questa ‘operazione punitiva’ e’ fermata e solo se sara’ lanciato un dialogo inter-ucraino”, ha dichiarato, citato da Interfax.