Niente veti M5S a Draghi. Ma si fanno largo la Belloni e Severino. Il premier per ora resti al governo. In campo altre ipotesi oltre Riccardi

Tutto come da copione. Alla fine il M5S, in ossequio, alle indicazioni di Giuseppe Conte, ha votato scheda bianca.

Tutto come da copione. Alla fine il M5S, in ossequio, alle indicazioni di Giuseppe Conte, ha votato scheda bianca. Una strategia evidentemente per prendere tempo e arrivare alla giornata di oggi (si vota a partire dalle 15) con le idee più chiare anche grazie ai continui incontri e telefonate che nel frattempo ci sono stati. Il presidente del Movimento ha, tra gli altri, avuto contatti direttamente con Mario Draghi nella giornata di ieri. Ma l’indicazione arrivata anche dalle riunioni avute nei giorni scorsi sia con i deputati che con i senatori, è chiara: Draghi non è un nome spendibile per buona parte del Movimento. Resterà dunque un’extrema ratio nei pensieri sia dei Cinque stelle che dopotutto anche in quelli del Pd. “Il periodo è complicato tra Covid, Recovery, caro bollette e così via – spiega un senatore pentastellato – non possiamo rischiare di far scoppiare una crisi al buio. È fondamentale che Draghi resti al suo posto”.

I NOMI IN CAMPO. Se questa è per ora l’indicazione di massima, si sa che la Real Politik può spesso cogliere di sorpresa, dunque è bene non considerare del tutto esclusa dai giochi la carta Draghi. Più che altro messa da parte, in un angolino, così da essere tirata fuori semmai non si dovesse trovare alcun accordo su altri nomi e candidati. Ed è proprio su quest’aspetto che continua a lavorare alacremente Giuseppe Conte: la ricerca di un nome condiviso. La strategia contiana è, checché se ne dica, coerente col suo proposito iniziale: è necessario che il M5S possa dire la sua in questa partita. Ed è proprio per questa ragione che l’idea di Conte – e anche di Letta – è ragionare su un nome che possa trovare anche i favori del centrodestra, o quantomeno di una parte, così da avere i numeri per l’elezione.

Il primo candidato su cui si sta ragionando, come noto, è Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio (leggi l’articolo). È probabile, salvo ripensamenti, che il suo nome venga avanzato già nella giornata di oggi. Come si sa, però, sarà da domani (mercoledì) che le cose, cambiando la soglia da superare, diventano più concrete. Ed ecco allora che potrebbero essere avanzate anche altre candidature. I nomi che circolano maggiormente nelle chat pentastellate (e non solo) sono quelli di Elisabetta Belloni, diplomatica, 35 anni di carriera all’interno del ministero degli Esteri, è stata nominata da Draghi appena 8 mesi fa a capo del Dipartimento per le informazioni e la sicurezza (Dis). Potrebbe essere la persona giusta per il Colle proprio perché lontana dai partiti, e potrebbe per questo andare bene sia al centrosinistra sia al centrodestra. L’altro nome che avanza, ancora, è quello di Paola Severino.

Giurista di lungo corso, ex ministro della Giustizia con Mario Monti, anche questo è un nome che potrebbe piacere al centrodestra (la Severino è stata avvocato di grandi imprese, multinazionali e rappresentanti del mondo conservatore) ma anche al centrosinistra dato che una legge, fortemente voluta da lei, porta non a caso il suo nome ed è stata in passato (ma anche oggi) applaudita tanto dalla sinistra quanto dal mondo pentastellato. Entrambi questi candidati rientrano nella strada tracciata dal leader M5S Conte: un nome, possibilmente donna, dall’altro valore morale ed etico, che possa trovare favori condivisi. Per adesso ovviamente sono soltanto identikit avanzati in qualche chat e qualche onorevole chiacchiera. Bisognerà attendere l’esito della giornata di oggi per avere le idee chiare sui candidati concreti per il Quirinale.