Continua il caos (tutto interno al centrodestra) TeleMeloni. Chi si aspettava che il Cda Rai, riunitosi ieri pomeriggio, sciogliesse finalmente il nodo nomine (bloccate da dicembre scorso), è rimasto amaramente deluso. La riunione, infatti, ha affrontato i temi più disparati, dai piani di produzione e trasmissione 2025, alla Relazione Internal Audit per l’anno 2024, fino alla promozione a inviata verso il Sud America per la giornalista Stefania Battistini, ma di nomine neanche l’ombra.
Del resto, decidere chi deve sedersi sulle principali poltrone della televisione pubblica – in forza di una rigida spartizione partitica – è sempre un gioco estenuante. Ne sa più di qualcosa l’Ad Giampaolo Rossi, che già mercoledì aveva comunicato come nel termine ultimo delle 24 ore dalla riunione non fosse arrivato alcun curriculum dai candidati alle varie posizioni.
In viale Mazzini è guerra: Lega contro FdI
A paralizzare il Cda la lotta tutta interna alla maggioranza tra Fratelli d’Italia e Lega. Per la premier Giorgia Meloni il Carroccio sarebbe sovradimensionato in Rai, rispetto al suo reale valore elettorale. La Lega, dal canto suo, non pensa neanche lontanamente a cedere qualche poltrona e anzi, mira a ottenere un ruolo di peso nelle direzioni di genere, a scapito delle opposizioni. I consiglieri torneranno a riunirsi il 20 marzo, forse per quel giorno Rossi avrà trovato la quadra.
M5S: “Pensano solo alle poltrone e gli ascolti crollano”
Intanto le opposizioni passano all’attacco: “Oggi si è riunito il Cda della Rai, ma non per affrontare la crisi del servizio pubblico o il crollo degli ascolti. No, il vero nodo da sciogliere è la solita guerra di poltrone all’interno della maggioranza. Cosa che comunque non riescono a fare”, dichiara l’esponente M5s in commissione di Vigilanza, Dolores Bevilacqua.
“L’unico problema sembra essere chi piazzare dove, in un gioco di potere che non tiene minimamente conto né dei lavoratori né dei cittadini. Nel frattempo, leggiamo dai giornali che l’amministratore delegato della Rai si sarebbe recato a Palazzo Chigi. Peccato che ancora non abbia risposto alla richiesta di venire in audizione davanti alla Commissione di Vigilanza”, continua Bevilacqua, “Cosa sta aspettando? L’autorizzazione di Gasparri e Montaruli? È evidente che non riesce a tenere sotto controllo le tensioni nella Lega e che la maggioranza è profondamente spaccata sulla gestione della Rai”.
“La cosa più grave è che questa azienda viene amministrata con la sola logica della spartizione, senza il minimo pudore di fronte al crollo verticale degli ascolti e alla crisi economica che mette a rischio bilanci e posti di lavoro. E lo stesso metodo dell’’amichettismo’ viene applicato alle produzioni, con risultati fallimentari che pagano i lavoratori e i cittadini”, conclude Bevilacqua.
Intanto Rai Parlamento proclama lo sciopero
E mentre la politica litiga, scoppia il caso Rai Parlamento. “Alla vigilia dell’appuntamento referendario, l’Assemblea di redazione di Rai Parlamento ritiene preoccupante e non più sopportabile l’attuale carenza di organico che affligge la Testata, rendendo complicato garantire la produzione ordinaria – Tg, Rubriche di approfondimento, dirette dalle Aule, Question-time, Programmi dell’accesso – e, allo stato attuale, mette seriamente a rischio la realizzazione delle Tribune referendarie”, si legge in una nota del Cdr. “L’Assemblea ritiene grave che l’Azienda si sia rifiutata di ricevere il Cdr, che richiedeva un incontro urgente per trovare soluzioni concrete. E per questo rinnova tale richiesta. A fronte di tutto questo, l’Assemblea all’unanimità proclama lo stato di agitazione, affidando al Cdr un pacchetto di cinque giornate di sciopero”.
I giornalisti hanno anche chiesto un incontro con i rappresentanti della Commissione parlamentare di Vigilanza. Peccato che questa, come il Cda, sia paralizzata da mesi, sempre a causa delle faide interne alla maggioranza, ancora bloccata sulla ratifica di Simona Agnes alla presidenza Rai. E ieri, le stesse forze politiche che fermano i lavori in Cda e Vigilanza, Lega e Forza Italia, hanno espresso massima solidarietà e vicinanza ai lavoratori di Rai Parlamento… in un ridicolo cortocircuito che solo l’universo parallelo della Rai può offrire.