Nomine renziane. Per D’Angelis c’è sempre una poltrona di riserva

Di recente Erasmo D'Angelis è rientrato nelle file di Palazzo Chigi, come responsabile della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico

Sempre in piedi. Per carità, non è certo l’unico esempio italiano. Anzi, da questo punto di vista la storia della Repubblica è piena zeppa di “poltronari” che perso uno scranno sanno subito ricollocarsi. Nelle ultime settimane, però, si è segnalato un curioso “incrocio” a proposito di Erasmo D’Angelis, profilo renziano che nel corso degli anni gli ha fruttato diverse sistemazioni. Ebbene, si dà il caso che di recente D’Angelis sia rientrato nelle file di Palazzo Chigi, come responsabile della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico. Parliamo della stessa posizione che aveva occupato dal maggio del 2014, pochi mesi dopo l’ascesa di Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Dopodiché nel 2015, dopo aver accarezzato il sogno di diventare il nuovo capo della Protezione civile, D’Angelis ha cambiato decisamente frontiera. E il Pd renziano gli ha offerto la direzione de L’Unità, che lui ha mantenuto dal giugno del 2015 al settembre 2016.

Il precedente – Del resto va ricordato che D’Angelis è anche giornalista, con trascorsi a Il Manifesto e in Rai, seguiti però da 10 anni di politica nel Consiglio regionale della Toscana. All’Unità l’esperienza di D’Angelis è breve e complicata. Per questo dopo poco più di un anno l’entourage renziano decide di riportarlo alla Struttura di missione di palazzo Chigi. Un posto non indifferente, visto che tra le altre cose, considerando stipendio tabellare, retribuzione fissa, variabile e di risultato, alla fine si porta a casa 165mila euro lordi l’anno (almeno a stare all’ultimo aggiornamento al 21 novembre scorso pubblicato da Palazzo Chigi). Corsi e ricorsi della storia, avrebbe approvato Giambattista Vico, in questo caso con un’appendice di gustosa curiosità. Appena risistematosi al vertice della Struttura di missione sul dissesto idrogeologico, lo scorso 25 novembre D’Angelis ha rilasciato un’intervista sul tema dei grandi rischi. E a quale giornale ha consegnato il suo pensiero? Naturalmente a l’Unità, ovvero la testata che fino a qualche settimana prima lo aveva visto direttore. Anche questo, forse, fa parte della capacità di riposizionarsi senza disperdere il bagaglio relazionale riempito in epoche passate.

Carta straccia – Certo è che in questo 2016 D’Angelis ha resistito a diversi “stress”. Di sicuro c’è stata la non felicissima esperienza al timone del giornale del Pd. Ma a giugno scorso era stato lambito anche dalle polemiche sul crollo di un tratto del Lungarno Torrigiani, a Firenze, a causa del cedimento di alcune tubature. La questione rientrava nella sfera d’azione della Publiacqua, la società a maggioranza pubblica che gestisce il servizio idrico integrato nella Toscana centrale e che dal 2009 al 2013 era stata presieduta dallo stesso D’Angelis. Il quale in quell’occasione si è difeso puntando l’indice sullo stato comatoso della rete idrica italiana e rivendicando i risultati gestionali. Ora ha recuperato l’ennesima poltrona pubblica.

Twitter: @SSansonetti