Non c’è tregua nel Centrodestra. Ora è rissa sulle Commissioni

La tensione nel Centrodestra torna a salire all'indomani della partita per ottenere la presidenza delle commissioni di Camera e Senato.

Dopo le scintille per spartirsi viceministri e sottosegretari, la tregua armata nel Centrodestra appare già un lontano ricordo. Come da programma, infatti, la tensione nella coalizione torna a salire all’indomani della partita per ottenere la presidenza delle commissioni permanenti di Camera e Senato, oltre alle bicamerali.

La tensione nel Centrodestra torna a salire all’indomani della partita per ottenere la presidenza delle commissioni di Camera e Senato

Si tratta di un tesoretto di 24 poltrone, 10 a Palazzo Madama e 14 a Montecitorio, su cui Matteo Salvini e Silvio Berlusconi vogliono piazzare il maggior numero possibile di bandierine. La strategia, come già visto nella battaglia per completare la squadra di Governo, è sempre quella di lamentare un trattamento ingeneroso da parte di Giorgia Meloni per poi chiedere “compensazioni”.

A FdI andrà la fetta più grande con 5 presidenti al Senato e 7 alla Camera, alla Lega ne dovrebbero finire rispettivamente 3 e 4, mentre a Forza Italia 2 e 3

Al momento l’unica certezza sembra essere quella su come dovrebbe avvenire la spartizione – prettamente numerica – delle commissioni. Com’è facile intuire a Fratelli d’Italia andrà la fetta più grande con 5 presidenti al Senato e 7 alla Camera, alla Lega ne dovrebbero finire rispettivamente 3 e 4 mentre a Forza Italia 2 e 3. Malgrado lo schema venga dato per definitivo, non si può escludere che qualcosa possa cambiare perché sia il Carroccio che soprattutto gli azzurri hanno già manifestato malumore alla premier, chiedendo di aumentare il numero di poltrone a loro assegnate.

Insomma è in corso l’ennesima trattativa tra alleati che in pubblico si mostrano uniti e sorridenti mentre dietro le quinte si guardano con sospetto e si fanno sgambetti a vicenda. Del resto il tempo per continuare a bisticciare per strappare un accordo migliore non manca visto che la data segnata di rosso è il 9 novembre quando si riuniranno le commissioni permanenti per eleggere i presidenti e gli uffici di presidenza.

Alle opposizioni spettano il Copasir, le due Giunte per le Autorizzazioni e la Vigilanza Rai

Alle opposizioni spettano il Copasir per legge e per prassi le due Giunte per le Autorizzazioni, rispettivamente una alla Camera e una al Senato, e la Vigilanza Rai su cui sono note da tempo le mire di Italia Viva che vorrebbe piazzare al suo vertice Maria Elena Boschi.

Davanti a una situazione ancora in rapida evoluzione e con i partiti della maggioranza impegnati a trovare una poltrona per i loro big rimasti fuori dalla squadra di Governo, è ripartito il toto nomi. Per Fratelli d’Italia è dato per scontato che una presidenza – probabilmente quella per gli Affari costituzionali del Senato – spetterà a Marcello Pera, mentre tra quelli dati in pole position per un posto spunta anche il nome di Lucio Malan.

Alla Camera vengono dati per certi Mollicone alla Cultura, Tremonti al Bilancio. Bongiorno andrà alla Commissione Giustizia del Senato

Alla Camera vengono dati per certi sia Federico Mollicone alla Cultura che Giulio Tremonti al Bilancio. Una strategia, quella di trovare un posto per quanti sono rimasti a secco, che ovviamente viene seguita anche da Lega e Forza Italia. Guardando al Carroccio la situazione appare abbastanza chiara. Tra chi sembra scontato che otterrà una compensazione c’è Giulia Bongiorno che sembrava destinata a un ministero e, invece, dovrà accontentarsi della presidenza della commissione Giustizia del Senato.

A Palazzo Madama viene dato per certo anche Massimo Garavaglia che dovrebbe finire alle Attività produttive mentre in pole position per l’ultima poltrona dovrebbe esserci Roberto Marti. Alla Camera sono in crescita le quotazioni di Eugenio Zoffili che dovrebbe spuntarla su Paolo Formentini, approdando alla Difesa.

Sembra destinato a finire alle Finanze Alberto Gusmeroli mentre Igor Iezzi dovrebbe approdare alla Commissione Affari Costituzionali. Ben più complicata, invece, la partita per Forza Italia. Qui i delusi sono molti e il partito è spaccato in due tra falchi e colombe. Per questo Berlusconi da un lato spinge con la Meloni per ottenere più poltrone e dall’altro deve trovare un modo per tenere a bada i mal di pancia che serpeggiano tra gli azzurri.

Al momento i nomi che circolano sono quelli del deputato Paolo Barelli per il quale si cercherà un incarico adatto, Francesco Battistoni che potrebbe finire alla commissione Agricoltura della Camera e Stefania Craxi per gli Esteri del Senato.

 

 

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