Non ci sarà una patrimoniale. Il Governo al lavoro per stimolare la crescita e ridurre la pressione fiscale. Conte: “La guerra dei dazi ci mette a dura prova ma l’Italia è solida e resiliente”

“Far ripartire la crescita richiede un duplice sforzo: contrastare la congiuntura avversa e risolvere i problemi di lungo periodo dell’economia italiana. La guerra dei dazi ci sta mettendo a dura prova, rischia di far male al nostro settore manifatturiero e agroalimentare. Faremo di tutto per limitare i danni anche all’interno dell’Ue per una prospettiva compensativa”. E’ quanto ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso del suo intervento all’Assemblea di Assolombarda al teatro La Scala di Milano. “Nonostante questo – ha aggiunto il premier – l’Italia è solida e resiliente”.

“Abbiamo bisogno di una profonda discontinuità – ha aggiunto – rispetto al passato: serve un’Italia più verde, moderna ed inclusiva. E’ il momento della fiducia e del coraggio. Abbiamo riacquistato la fiducia anche a livello europeo, prova ne è l’incarico affidato a Paolo Gentiloni. Vogliamo un fisco più equo ed efficiente, con l’obiettivo di diminuire il carico fiscale”.

“Questo governo – aggiunge Conte – esclude l’introduzione di qualsiasi patrimoniale. La vera sfida non è stanziare più risorse, ma sbloccare risorse già impegnate e realizzare progetti sulla base delle risorse già esistenti, accelerandoli. I fondi strutturali e gli investimenti europei in Italia per il ciclo di programmazione 2014/2020 ammontano 75 miliardi di euro, ma l’avanzamento dei pagamenti su queste risorse è al 25%, mancano tre anni per spendere queste risorse, ma ci dobbiamo arrivare”.

“La discesa dei rendimenti dei titoli di Stato – ha aggiunto il presidente del Consiglio – consente un risparmio di 18 miliardi da qui al 2022. Non è vero quindi che lo spread è un numeretto che riguarda solo la comunità finanziaria. Abbattere il carico fiscale, ridurre il cuneo fiscale, investire in infrastrutture… Lavoriamo a una riforma fiscale per un fisco più efficiente ed equo. L’obiettivo non è aumentare il carico fiscale, ma ridurlo per assecondare la crescita fiscale”.

“Per tanti anni – ha detto ancora Conte – la politica non ha saputo ascoltare le istanze del mondo produttivo, questo governo vuole voltare pagina. Le porte di Palazzo Chigi sono aperte per far ripartire il Paese, che ha voglia di correre e solo remando insieme si possono dare risposte concrete a queste ispirazioni. Abbiamo molte sfide, corriamo, vinciamole tutte insieme”.

“Vogliamo ridurre i tempi della giustizia penale, civile e tributaria – ha ribadito il premier – per offrire un servizio giurisdizionale all’altezza di un grande Paese come il nostro. Vogliamo elaborare un piano strutturale di interventi per il Sud di cui non beneficia solo il Mezzogiorno ma anche il Nord. La domanda interna del Sud attiva solo il 14% del Pil, pari a quasi 180 miliardi annui. Se riparte il Sud ne beneficia anche il Nord, soprattutto in un contesto globale difficile. Aumentare l’integrazione all’interno del Paese è uno degli obiettivi del nostro governo”.