Non possiamo sceglierci nemmeno la scuola / 4. Non discriminare i privati, una scelta europea. Una risoluzione di Strasburgo impegna pure l’Italia a cambiare registro

di Carola Olmi

Garantire alle famiglie europee il diritto all’istruzione, anche assicurando pari condizioni nella scelta della scuola, è la condizione preliminare affinché ogni persona possa realizzarsi e assumere il suo ruolo all’interno della società. A sostenerlo è il Parlamento europeo con una risoluzione che in Italia resta però di fatto inapplicata (n. 1904, F-67075, del 4 ottobre 2012). Un documento con il quale l’assemblea di Strasburgo afferma che per garantire il diritto fondamentale all’educazione, l’intero sistema educativo deve assicurare l’eguaglianza delle opportunità ed offrire un’educazione di qualità per tutti gli allievi, con la dovuta attenzione non solo di trasmettere il sapere necessario all’inserimento professionale e nella società, ma anche i valori che favoriscono la difesa e la promozione di diritti come la cittadinanza democratica e la coesione sociale.

Favorire l’educazione di qualità
Riprendendo un’altra risoluzione Ue, questa volta del 1984, il Parlamento afferma in sostanza che la libertà di insegnamento è possibile solo se c’è la libertà di scelta educativa. L’Assemblea prende atto dunque che il diritto alla libertà di scelta educativa sia riconosciuto nelle costituzioni e legislazioni della gran parte degli Stati membri del Consiglio d’Europa. Ritiene che, in un quadro giuridico nazionale appropriato, le scuole che non sono gestite dallo Stato possano favorire lo sviluppo di una educazione di qualità e l’adeguamento dell’offerta formativa alla domanda delle famiglie.

Il pluralismo è una risorsa
Pertanto il parlamento ha raccomandato agli Stati Membri del Consiglio d’Europa di preservare il principio di neutralità degli Stati e il pluralismo nei sistemi nazionali di educazione; d’assicurare la vitalità e la qualità della rete delle scuole pubbliche, ma anche il diritto di aprire e gestire istituti di insegnamento privato. Per passare poi concretamente dalle parole ai fatti, la stessa assemblea ha raccomandato agli Stati di procedere rapidamente verso le riforme necessarie a garantire in maniera effettiva il diritto alla libertà di scelta educativa e di assicurare una messa in opera progressiva di queste riforme tenendo conto delle implicazioni di disponibilità finanziaria.