Da ieri i tappi di plastica non rimovibili delle bottiglie, protagonisti della catastrofica campagna elettorale per le europee di Matteo Salvini, sono diventati obbligatori per legge. Il leader della Lega e i suoi compagni di partito hanno usato il tappo che rimane attaccato alla bottiglia come simbolo delle “leggi senza senso” dell’Unione europea.
Da ieri i tappi di plastica non rimovibili, protagonisti della catastrofica campagna elettorale di Salvini, sono diventati obbligatori per legge
Erano evidentemente convinti che una gran parte degli elettori fosse drammaticamente angustiata dalla fatica cerebrale di trovare la collocazione esatta per poter bere senza comprimersi le narici. Ogni partito politico del resto ha legittimamente la sua agenda di priorità. Funziona così. Per Salvini e la sua compagnia politica quel tappo di plastica dovrebbe essere la metafora della burocrazia dell’Unione europea che rende difficile la vita ai cittadini.
“Più Italia, meno Europa!”, urlavano i manifesti elettorali leghisti, dove il “più Italia” era rappresentato da un tappo staccabile. Nella sua ultima indagine Legambiente ha censito 705 rifiuti ogni 100 metri sulle spiagge italiane. I rifiuti dispersi in mare o lungo le coste, restano una delle grandi minacce ambientali da affrontare a livello globale. Quei rifiuti sono causa di inquinamento che arreca gravi danni agli ecosistemi oceanici, impattando sia sulla fauna selvatica che sugli esseri umani. Il 40,2% di questi è rappresentato da 5 tipologie di oggetti tra cui – indovina un po’? – proprio i tappi di plastica. Secondo il report “Plastic & Climate” la produzione, l’incenerimento e lo smaltimento della plastica aggiungono all’atmosfera più di 850 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Non saranno i tappi a fare morire i leghisti di sete.